assessore regionale all'Ambiente, da facebook

FIRENZE – C’è un pianeta da salvare e nessuno può tirarsi indietro. Tanto meno un ente governativo, locale e nazionale che sia.

La Toscana è decisa a fare la propria parte e oggi, in Consiglio regionale, è arrivata a maggioranza l’approvazione del Piano di transizione ecologica. “Abbiamo dotato la Toscana di uno strumento strategico – ha affermato l’assessore Monia Monni – che si concentra su sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici, sia in termini di riduzione delle emissioni che di adattamento. Oggi questo è più che mai necessario, per dettare una precisa linea di azione ed ottenere risultati su un settore letteralmente vitale per tutti noi e il nostro ecosistema”.

Il Piano raccoglierà le politiche regionali che vanno ad accompagnare un profondo processo di cambiamento strutturale, una vera e propria ‘transizione ecologica’ attraverso la riduzione delle emissioni, l’incremento delle energie rinnovabili, la promozione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici in atto, come ad esempio la tutela della biodiversità o della risorsa idrica. “Ci siamo dati l’obiettivo di una regione carbon neutral – ha aggiunto Monni – per questo nel Piano abbiamo previsto anche un sistema di contabilizzazione del bilancio emissivo della Regione per quanto riguarda i gas climalteranti, considerando sia le emissioni che gli assorbimenti. Il nuovo Piano sarà inoltre coordinato con Agenda 2030 ed utilizzerà i medesimi indicatori per monitorare lo stato di avanzamento rispetto alla sostenibilità”.

Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, necessario è anche il rapporto serrato con la comunità scientifica, per questo viene istituito il “Comitato scientifico per la  transizione ecologica della regione Toscana”, con funzione ‘propulsiva e consultiva’ sia durante la programmazione delle politiche ambientali, che durante la loro attuazione e in fase di monitoraggio. Questo organismo fornirà supporto scientifico sugli sviluppi delle tecnologie applicabili (in modo da orientare l’azione regionale verso modelli innovativi), aiuterà nella promozione delle comunità energetiche e nel monitoraggio dei risultati. Resteranno in vigore, perché previsti da norme nazionali, il Piano regionale per la qualità dell’aria e il Piano regionale di gestione dei rifiuti.

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