Enoteca Italiana nasce nel 1933, quasi 80 anni fa, per valorizzare il vino italiano nel nostro paese e nel mondo. Nasce a Siena, dove c’è un forte legame con il territorio, città e provincia. Le iniziative che porta avanti contribuiscono anche a portare ricadute economiche, presenze economiche e vantaggi per le aziende di queste zone. È su questi presupposti che insieme al presidente di Enoteca Italiana, Claudio Galletti, abbiamo deciso di fare il punto sulle attività che riguardano il mondo vitivinicolo senese e non solo, i suoi punti di forza e le problematiche da affrontare.

Presidente Galletti, quale è lo stato di salute attuale del vino senese e italiano?
«Il settore del vino rispetto alla grande contrazione dei consumi che c’è in Italia, in Europa e in tutto il mondo occidentale, è quello che meglio ha retto botta anche all’interno del comparto dell’agricoltura. Diminuiscono i consumi interni ma aumenta l’export, in valore e in quantità. Vanno bene le grandi aziende e le grandi denominazioni, soffrono le piccole aziende vitivinicole e le denominazioni meno importanti. È proprio per questa grande spinta data dall’export, che il mondo del vino ha retto meglio rispetto ad altri comparti agricoli».

Quali sono le prossime attività di Enoteca Italiana per la promozione del vino?
«Insieme a tutte le attività istituzionali e promozionali che Enoteca Italiana porta avanti, vorrei sottolineare il Patto per lo Sviluppo promosso dall’Amministrazione comunale di Siena che ha messo al centro di un’iniziativa anche Enoteca Italiana come ente di diritto pubblico per fare un grande evento che dovrà avere rilevanza nazionale all’interno della nostra Fortezza Medicea. Un’iniziativa da portare avanti così come il Forum Annuale sul vino organizzato dalla Banca Monte dei Paschi. Il tutto senza dimenticarsi ovviamente degli altri progetti e delle altre numerose attività: la vendita dei vini sta battendo anche la nuova frontiera dell’online. E soprattutto ci stiamo aprendo all’estremo oriente e alla Cina: abbiamo una struttura aperta là, costituita con il diritto cinese, che fa attività di intermediazione e di broker per le nostre aziende. Siamo partiti quattro anni fa grazie ad un’intuizione delle istituzioni senesi e della Regione Toscana ed oggi sta diventando il punto di riferimento più importante in Cina per il vino italiano. Molte aziende già trasportano il vino là, e grazie agli agganci che abbiamo creato, abbiamo raggiunto un accordo per la costituzione di un network di 100 enotecche con un grosso importatore cinese. Un’attività di grandissima importanza verso un mercato che sta crescendo notevolmente anche per quello che concerne i consumi di vino. Oltre a questo però vorrei ricordare anche altre iniziative come “Vino e Giovani”, un’iniziativa che si rivolge ai ragazzi dai 18 ai 30 anni per indirizzarli al bere consapevole e soprattutto alla sana riscoperta del vino come prezioso valore culturale della tradizione italiana, per poterlo apprezzare senza pericolosi eccessi».

Quali invece sono le problemi che si presentano di fronte ad Enoteca Italiana?
«I problemi principali sono nel mercato interno e nella contrazione generale di consumi che si registra in Italia e più diffusamente in Europa. I mercati più vicini sono in crisi e occorre andare a battere nuove frontiere. E questo per le aziende più piccole può diventare un problema. Occorre strutturarsi e andare nei mercati del mondo con degli sforzi notevoli di marketing e di promozione. È chiaro poi che nei momenti di crisi gli investimenti rappresentano sempre un fattore di difficoltà, e specialmente nei momenti di recessione, anche le grandi aziende non vivono con il vento in poppa. Le aziende hanno minori margini di profitto, più difficoltà nel fare investimenti, nonostante ci sia bisogno di investire più risorse per la promozione e la commercializzazione: tutti fattori che possono mettere in difficoltà il settore vitivinicolo, soprattutto le aziende meno strutturate e che producono in denominazioni meno blasonate».

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