Non si ferma la “battaglia” di Arezzo per difendere la sua Provincia. Dopo la presentazione di ieri del comitato  “Per Arezzo Provincia” (leggi), oggi la giunta comunale ha approvato una delibera in difesa della Provincia.

No all’aggregazione con Grosseto e Siena  L'atto ricorda che la Provincia di Arezzo, alla data del 30 giugno 2012, ha tutti i requisiti indicati dalla legge: dimensioni e popolazione residente. Viene quindi affermata l'assoluta necessità che la Provincia di Arezzo mantenga la sua autonomia e ''decisamente respinta'' l'ipotesi di aggregazione con Grosseto e Siena. La giunta comunale sollecita i parlamentari e i consiglieri regionali a farsi promotori di iniziative che consentano alla Provincia di Arezzo di conservare la sua autonomia. Analoga attenzione viene chiesta al Consiglio delle Autonomie locali e alla Regione Toscana per ''contrastare tutti i tentativi di disconoscere il reale peso del territorio aretino''.

Arezzo chiede l’autonomia Infine un impegno diretto, ancora per parlamentari e consiglieri regionali, a votare a favore di provvedimenti che vedano la Provincia di Arezzo autonoma o, in alternativa, come capoluogo di un'aggregazione più ampia. La Giunta ha infine chiesto al presidente del Consiglio comunale di convocare una seduta straordinaria per affrontare questi temi e impegnare l'assemblea e l'intera citta' nell'azione di salvaguardia della Provincia.

A difesa dei nostri interessi «Se si pretende di far nascere le nuove Province dagli egoismi dei singoli territori, compreso il nostro, se non si accetterà di dialogare con le comunità locali e chi le rappresenta, io mi impegno a fare tutto quello che e' necessario per difendere gli interessi della nostra comunità, utilizzando tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione, come sta accadendo in tutta Italia”. Così Roberto Vasai, presidente della Provincia di Arezzo intervenendo ieri sera all'iniziativa voluta da Provincia, Comune di Arezzo e Camera di Commercio per mobilitarsi contro la possibile soppressione dell'ente provinciale.

Rispetto della Costituzione «Con il decreto, poi diventato legge, sulla spending review – ha proseguito Vasai – si e' cercato di rispondere a questa domanda, secondo me nel modo sbagliato. Si sono fissati due paletti rigidi, senza alcuna oggettivita', che ostacolano l'esercizio dell'autonomia che la Costituzione riserva agli enti locali interessati. Sarebbe stato sufficiente individuare l'obiettivo – ovvero il dimezzamento delle Province – rimandando tutte le scelte al livello territoriale, con potere sostitutivo del Governo in caso di inerzia. Aggregare le province di Arezzo-Siena-Grosseto, equivarrebbe a creare una nuova Provincia grande quanto la meta' della regione, ovvero il doppio delle altre due Province che si vorrebbero creare; contraddicendo clamorosamente anche il Testo Unico degli enti locali, il quale all'art.21 prevede che ciascun territorio provinciale deve corrispondere alla zona entro la quale si svolge la maggior parte dei rapporti sociali, economici e culturali della popolazione residente. Se poi andiamo a leggere l'ormai mitizzato rapporto Irpet che viene posto all'origine della scelta delle 3 area vaste – ha spiegato il presidente della Provincia di Arezzo – l'asino cade definitivamente, perche' la lettura che viene data della realta' della Toscana del Sud ha ben poco a che vedere con la realta' di questo nostro territorio. Cito due dati: per densita' della popolazione Arezzo sta ben oltre la media regionale (103 contro 73) e per quanto riguarda l'industria, il contributo al Pil provinciale e' superiore al 26%, mentre la media regionale e' sotto il 20. Nei prossimi giorni – ha proseguito Vasai – come prevede la legge il Consiglio delle Autonomie Locali sara' chiamato ad avviare i suoi lavori. Quello che noi dobbiamo pretendere e' che questo lavoro inizi con spirito costruttivo, senza soluzioni precostituite da nessuno, con la volonta' di ascoltare i territori e di compiere ogni sforzo per far emergere la soluzione piu' condivisa, anche se per far questo sara' necessario chiedere che si vada oltre le rigidita' dell'attuale testo legislativo. Se cosi' non sara' – ha concluso il presidente della Provincia – se si pretende di far nascere le nuove Province dagli egoismi dei singoli territori, compreso il nostro, se non si accettera' di dialogare con le comunita' locali e chi le rappresenta, io mi impegno a fare tutto quello che e' necessario per difendere gli interessi della nostra comunita', utilizzando tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione, come sta accadendo in tutta Italia. Cominciando con il chiedere il rispetto della Costituzione e di quanto previsto dalla l.489 del 1989, che recepisce la Carta Europea dell'Autonomia Locale, laddove si prevede anche l'eventuale ricorso ad un referendum consultivo, preventivo, per coinvolgere le collettivita' locali in questo tipo di decisioni».

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