A San Gimignano una scuola media nel nome di Linda Brown, cittadina afro-americana scomparsa lo scorso 25 marzo, che, insieme alla sua famiglia, ha condotto una lunga battaglia contro la segregazione razziale negli Stati Uniti d’America fin dagli anni del dopoguerra. La sua vicenda, nota per la causa Brown vs Board of Education, ha posto fine nel 1954 alla segregazione razziale nelle scuole pubbliche americane. La dedica speciale, dopo la decisione in Giunta delle scorse settimane, in una cerimonia ufficiale che si è tenuta sabato 29 settembre presso il plesso scolastico di San Gimignano.

Contro distanze e pregiudizi La storia e la figura di Linda Brown, che rappresenta per l’opinione pubblica un simbolo della lotta contro la segregazione razziale negli Stati Uniti e nel mondo, veicolano una serie di significati che la Giunta Comunale, con questo tributo ideale, ha inteso promuovere verso le nuove generazioni che frequenteranno il nuovo presidio scolastico. Nell’ottica di dare un contributo alla costruzione di un futuro nel quale a tutti gli esseri umani siano garantiti uguali diritti fra cui quello all’istruzione, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, dalla nazionalità, dalla condizione socioeconomica. Da qui lo slogan della manifestazione: “Solo l’istruzione e la conoscenza abbattono le distanze e i pregiudizi”.

Il messaggio tra i banchi «La vicenda di Linda Brown e la sua figura sono portatrici di valori che vogliamo trasmettere alle generazioni future e all’interno di una scuola – ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi -. E’ il messaggio che vogliamo diffondere anche in questo momento storico che l’Italia sta vivendo dove sembrano riemergere rigurgiti razzisti; abbiamo voluto dire questo: si nasce tutti uguali e tutti uguali dobbiamo provare ad avere un futuro migliore per tutti». «Anche se i valori di tolleranza e uguaglianza sono valori fondamentali e immutabili e sono sicuramente valori americani e italiani noi dovremo sempre proteggerli, ecco perché è così importante studiare e ricordare l’esperienza di Linda Brown» ha evidenziato il Console Generale Americano di Firenze Benjamin Wohlauer. Alla cerimonia ufficiale sono intervenuti il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi insieme a tutta la Giunta, l’assessore all’istruzione della Regione Toscana Cristina Grieco, il Console Generale Americano di Firenze Benjamin Wohlauer, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, il dirigente dell’Istituto Comprensivo Folgore da San Gimignano Marco Lisi e il direttore dell’Ente Banca Cambiano Ennio Furesi oltre ai rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine.

Linda Brown nel 1951 aveva nove anni e Oliver Brown, suo padre, che abitava a Topeka (Kansas), la iscrisse nella scuola vicino a casa. La scuola era riservata ai bianchi e Linda venne rifiutata perché nera. Suo padre decise di portare il caso in tribunale. Alla sua azione legale, conosciuta come «Brown vs Board of Education», si aggiunsero altri casi simili con il sostegno dell’Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore (NAACP) e la causa fu presentata alla Corte Suprema, che emise la sua sentenza nel maggio del 1954: i giudici definirono unanimemente «iniquo separare le strutture scolastiche» e stabilirono che la segregazione nelle scuole era contraria alla Costituzione.

La nuova scuola è stata realizzata con fondi MIUR, gestiti dalla Regione Toscana, fondi del Comune di San Gimignano e contributo della Banca Ente di Cambiano. La scuola, costata poco più di tre milioni di euro, ha una superficie di 2.285 mq ed è dotata di tutte le certificazioni di sicurezza sismica, antincendio, impiantistica. Ha un sistema di produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici ed è riscaldata dalla centrale termica esistente alimentata anche da cippato vegetale. Proseguono nel territorio comunale gli altri interventi sull’edilizia scolastica come previsto dal progetto “Le nostre Nuove Scuole”.

Articolo precedenteLetture a confronto. I temi dei Book Club a Firenze Libro Aperto con Sgarbi, Dazieri e molti altri ospiti
Articolo successivoFirenze Libro Aperto. Detenuti-studenti a lezione in carcere da scrittori “docenti”