Il rettore dell'Università di Pisa
Tempo lettura: 2 minuti

PISA – La recente decisione del Senato Accademico dell’Università di Pisa di interrompere alcuni accordi quadro con le università israeliane di Hebrew e Richman ha suscitato un acceso confronto interno tra i docenti, in particolare tra le posizioni espresse dalla professoressa Alessandra Veronese, docente di Storia Ebraica dell’ateneo e il rettore Riccardo Zucchi. (LEGGI)

Veronese ha affidato alle colonne de Il Foglio una lunga lettera aperta indirizzata a Zucchi nel quale critica la scelta del Senato come un “chiaro esempio di doppio standard morale”: la docente denunciava come vengano messi in discussione “soltanto i rapporti con Israele, mentre collaborazioni accademiche con paesi quali Russia, Cina, Iran e Turchia, noti per violazioni dei diritti umani, non siano neppure menzionate”. ”

Questa selettività – sostiene Veronese – appare ingiusta e incoerente, oltre che dannosa per il ruolo delle università di favorire dialogo, pace e scambio culturale. Critica inoltre l’interruzione dei rapporti con istituzioni accademiche che non hanno relazioni con settori militari o bellici, ribadendo che la ricerca in questione è sempre stata focalizzata su temi pacifici e culturali”.

Veronese sottolinea poi come il conflitto israelo-palestinese abbia “una complessità che non può essere ridotta alla sola condanna di Israele”, richiamando l’attenzione “sulle azioni violente di Hamas e criticando il sostegno del Senato a figure come Francesca Albanese, accusata internazionalmente di antisemitismo”.

La replica di Riccado Zucchi non si è fatta attendere. Il rettore ha respinto al mittente l’accusa di doppio standard, chiarendo che “la delibera del Senato non è affatto un attacco selettivo contro Israele, ma una scelta motivata dall’oggettiva gravità degli eventi nella Striscia di Gaza. Zucchi afferma che la situazione attuale, caratterizzata da un altissimo numero di vittime civili, da una crisi umanitaria senza precedenti e da pratiche che definisce di “pulizia etnica”, impone un intervento chiaro e simbolico. Sottolinea inoltre che gli accordi interrotti erano generici e senza progetti specifici attivi, legati ad istituzioni universitarie che sostengono apertamente o indirettamente le politiche del governo israeliano, che sta commettendo una vera pulizia etnica a Gaza”.

Zucchi ribadisce anche con forza la distinzione tra legittima critica al governo israeliano e antisemitismo, garantendo “la tutela degli studenti israeliani di Unipi, che sono stati più volte ascoltati e sostenuti dall’amministrazione per affrontare episodi di discriminazione”.