La politica è una straordinaria fabbrica di sogni. Si compone di suggestioni e speranze di cambiamento per il futuro di ognuno e di intere comunità. Nel Novecento ha convinto milioni di persone con sogni  internazionalisti, nazionalisti, pacifisti o guerrafondai, con illusioni di purezza di razze, soli dell’avvenir e tanto altro. È il motore psicologico che muove ancora, o dovrebbe muovere, il mondo.

Svegliarsi di colpo da un sogno fa, dunque, senz’altro un brutto effetto. Soprattutto se si è “barbari sognanti”. E scoprire che tutte le certezze granitiche su cui si reggeva il sogno svaniscono nelle cose di mondo degli uomini può avere effetti devastanti, così come che Roma ladrona non è poi così lontana dalla Padania. Colpisce così che ancora oggi, giovedì 14 aprile, i leghisti toscani parlino di “Orgoglio padano” così come di «cori contro la salentina Mauro». Come se ricordare le origine salentine della Mauro fosse prova di colpevolezza.

Vittorio Feltri su Il Giornale, uno che da sempre ha seguito le vicende della Lega, chiede ai leghisti di «non bruciare la Rosi solo perché è terrona». Ma i leghisti toscani probabilmente non leggono né Feltri né Il Giornale. Il sospetto viene perché proprio nelle sue pagine interne è pubblicato un dossier dal titolo “The Family” in cui sono pubblicate alcune fatture pagate con i soldi del partito (e quindi di tutti i contribuenti italiani, compresi noi toscani!, perché appartengono ai famosi rimborsi elettorali) in favore della famiglia Bossi, non solo di Renzo “il Trota”, ma anche di Umberto “il leader”. Le tasse del “capo” pagate dal teroriere Belsito, le spese mediche e i restauri della villa di Gemonio. E non sono chiacchiere, ma foto con documenti, fatture e bonifici. Ma non leggono neanche il Corriere fiorentino che pubblica un’intervista all’ex sindaco revisore del loro partito, Alessandro Pucci, che denuncia : «conti irregolari anche in Toscana». Pucci, sindaco revisore del carroccio toscano dal 2008 al marzo 2011, fa sapere al giornalista di non avere mai preso visione di bilanci in oltre due anni nonostante ripetute  richieste, anche formali, fatte ai vertici toscani della Lega e a quelli federali.

Forse anche i leghisti toscani prima di dire di aver fatto pulizia non farebbero meglio a guardare bene sotto al tappeto? Perché pare ci sia ancora molto da pulire. Anche a Bossi, come all’ex ministro Scajola per la casa, il dentista veniva pagato «a sua insaputa»? Anche a lui venivano pagate le tasse «a sua insaputa»? Eppure l’Umberto non è terrone come la Rosi. Come la mettiamo?

È brutto svegliarsi da un sogno. Ma è bene farlo prima che diventi incubo. Per tutti e non solo per barbari sognanti.

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