FIRENZE – La specializzazione in ambito lavorativo fa la differenza. Peccato che in Toscana, relativamente al contesto tecnologico e digitale, manchino 32mila addetti.

Si tratta del 48,5% delle assunzioni previste (un dato più alto del 4,5% rispetto a quello nazionale). I profili più difficile da reperire sono i tecnici meccanici (1.690 assunzioni di cui 1.230 di difficile reperimento), quindi tecnici programmatori (910 irreperibili) e disegnatori industriali (820). Tuttavia le imprese toscane cercano professionalità “altamente innovative” in misura inferiore alla media nazionale.

Le competenze digitali, su 100 assunzioni programmate, sono un requisito nel 58,6% dei casi contro il 63,4% nazionale; 46% anziché 50,6% per quelle matematiche e informatiche, scarto più ridotto (34,7% invece di 37,1%) per l’uso di tecnologie 4.0. “Un dato – hanno spiegato dalla Fondazione dei consulenti per il lavoro – che può essere in parte ricondotto alle specifiche caratteristiche del tessuto produttivo regionale, che presenta alcune criticità sotto il profilo dell’innovazione digitale e tecnologica”.

Su 100 assunzioni previste, del resto, solo il 13,5% riguarda profili ad elevata specializzazione o tecnici, contro una media nazionale del 18,6%. “C’è un disallineamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro – ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca -. Dobbiamo orientare al meglio i nostri ragazzi verso il raggiungimento di qualifiche più spendibili”.

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