Faccia a faccia con gli 8 candidati a sindaco di Siena. Terzo approfondimento di agenziaimpress.it per conoscere più da vicino idee, programmi e personalità di chi ambisce alla guida della città del Palio. Dopo Laura Vigni (leggi), Michele Pinassi (leggi) e Marco Falorni (leggi), parliamo con Alessandro Corsini (Associazione 53100).
 
Il 53100, il movimento che appoggia la sua candidatura, è stato l’ultimo a presentarsi sulla scena politica senese. I perché della vostra discesa in campo?
«Perché credo che Siena abbia bisogno di risposte nuove a problemi nuovi e di un cambio di mentalità, che la porti ad aprirsi e a guardare al futuro e all’esterno con coraggio. Credo che il 53100 sia l’unica lista capace di cavalcare e governare questa necessità di cambiamento e che sia l’unica vera novità nel panorama politico cittadino. Abbiamo deciso di impegnarci, io e i candidati della mia lista, mossi, per prima cosa, dall’amore per Siena e per mettere al servizio del bene comune il nostro entusiasmo, le nostre esperienze le nostre professionalità e le idee».
 
In un primo momento il 53100 sembrava molto vicino al centrosinistra e all’ex sindaco Franco Ceccuzzi. Poi qualcosa si è rotto. Cos’è successo?
«E’ successo che Franco Ceccuzzi si è ritirato dall’agone politico. Ma soprattutto è successo che c’è stata un’evoluzione naturale della nostra associazione che l’ha portata a diventare un movimento politico che ha deciso, attraverso i suoi candidati e i suoi sostenitori, di partecipare, da protagonisti, alla campagna elettorale. In altre parole, anche se è pura teoria, non sono affatto convinto che se Franco Ceccuzzi fosse rimasto candidato, 53100 non avrebbe comunque presentato una propria candidatura e una lista di candidati».
 
In caso di ballottaggio, chi appoggerebbe volentieri il 53100?
«Chiunque faccia propri i punti fondamentali del nostro movimento, nel “vero” programma di progetti concreti da attuare. Questo nella denegata ipotesi in cui non  sia 53100 ad andare al ballottaggio».
 
Quale è la ricetta del 53100 per uscire dalla crisi politica, istituzionale e finanziaria in cui versa Siena?
«Serve un cambio di mentalità, e uno slancio che ci porti a chiudere con il passato, imparando dagli errori commessi, per guardare al futuro senza paura di aprirsi e raccogliere stimoli dall’esterno. Non c’è una ricetta unica per risolvere i problemi, ma credo che partire da un atteggiamento diverso, puntando sulle regole e sulle norme condivise piuttosto che sui rapporti interpersonali possa essere il primo passo per superare quei conflitti e quelle barriere che sono state tra le cause della crisi della nostra città».
 
Ipotesi: lei è stato eletto sindaco. Quali le priorità dei primi 100 giorni?
«Il primo impegno sarebbe rivolto a metter in atto provvedimenti per un’immediata semplificazione delle pratiche amministrative e per snellire la burocrazia. Un lavoro da  fare insieme ai dipendenti del Comune, per ridare loro l’orgoglio e lo slancio frutto dell’appartenenza a un’istituzione che è il cuore della nostra identità cittadina e il simbolo stesso della nostra comunità. Dovremo, poi, cercare di stimolare un cambio culturale, oltre che mentale, nei rapporti con le categorie economiche e le forze sociali, che ci permetta di individuare le problematiche e cercare, insieme, risposte concrete. Infine, posto che il primo mese sarà difficile fare qualcosa di incisivo, come misure da attuare fin da subito, avvieremo il percorso per la musealizzazione del Palazzo Pubblico e lo spostamento dell’Assessorato alla Cultura al Santa Maria della Scala. Vorrei, poi, ampliare e costruire percorsi pedonali e sportivi nella Fortezza Medicea, oltre a creare una zona pic nic all’Orto dei Pecci, avviando così un percorso di valorizzazione e di recupero che dovrà interessare tutte le aree verdi della nostra città».
 
Quale il primissimo tema da portare in giunta?
«Un provvedimento che vada nella direzione della semplificazione e della sburocratizzazione del lavoro dell’amministrazione comunale. I senesi hanno diritto ad avere un Comune più semplice, più accessibile e più trasparente in ogni sua attività».
 
Perché i senesi dovrebbero votarla?
«Perché io, insieme ai candidati della lista 53100, sono l’unica vera risposta agli effettivi bisogni della nostra comunità in quanto forza nuova, vitale, con grandi capacità e senza interessi personali. Un progetto per il quale potremo lavorare liberi dai condizionamenti e dai vecchi schemi ideologici in cui sono imbrigliati gli altri candidati».
 
Il “Buongoverno” è…?
«Il Buongoverno è equità, giustizia, disinteresse personale, oltre a rispetto delle regole e apertura mentale e culturale. Se chiudo gli occhi e penso all’affresco di Ambrogio Lorenzetti, però, la prima immagine che mi viene in mente è quella della Giustizia».
 
Il suo nome per la Fondazione Mps è…? E perché?
«Non c’è un nome, ma un profilo che dovrà essere quello di una persona di grandissima professionalità  e dall’esperienza internazionale»
 
SOTTO NERBO
Il piatto della cucina senese preferito: Frittelle di San Giuseppe
Il libro sul comodino: Ne ho tre: l’ultimo di Roberto Calasso; “L’impronta dell’editore”; Lettere a Lucilio di Seneca e “L’eredità” di Lilli Gruber
Lo scorcio cittadino del cuore: L’affaccio di Piazza del Campo, dalla Costarella è sempre un’emozione unica
Personaggio storico/politico cui ispirarsi: Seneca e Sun Tzu
Il suo motto è: «Per aspera ad astra»
 

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