Faccia a faccia con gli 8 candidati a sindaco di Siena. Quinto approfondimento di agenziaimpress.it per conoscere più da vicino idee, programmi e personalità di chi ambisce alla guida della città del Palio. Dopo Laura Vigni (leggi), Michele Pinassi (leggi), Marco Falorni (leggi) e Alessandro Corsini (leggi), oggi è il turno di Enrico Tucci (Lista Cittadini di Siena che racchiude a sé l’Associazione Pietraserena, Siena C’è e Fare per Fermareildeclino).
 
Lei ha abbandonato il Pdl per correre da solo. Quali i motivi di questa scelta?
«Sono uscito dal Pdl, nel quale ero entrato ingenuamente con grande convinzione, per due motivi: il mancato ricambio generazionale della classe dirigente che ritenevo necessario per rilanciare il centrodestra italiano e soprattutto il perdurare nel PdL della incontrastata egemonia, in Toscana e non solo, di Verdini, ai miei occhi non è propriamente un esempio di “buona politica”, che ha sempre preferito fare accordi con il centrosinistra piuttosto che contrastarlo. Inoltre ho giudicato un chiaro ulteriore segno di connivenza col Pd  la decisione del partito di non presentare per le amministrative di Siena un proprio candidato a sindaco e neppure il proprio simbolo, come se ci fosse stato da vergognarsi. In effetti c’era evidentemente da vergognarsi».  
 
Ad un eventuale ballottaggio sarebbe disposto a ricucire lo strappo con il candidato sindaco sostenuto dal centrodestra?
«Mi sembra poco probabile, anche se la politica è l’arte del possibile. Le liste che sostengono Neri ospitano troppe persone compromesse con il passato e la linea politica è dettata dall’ex-sindaco Cenni che passerà alla storia per essere incredibilmente riuscito a mandare in deficit il comune pur ricevendo in regalo dalla Fondazione, nei dieci anni del suo mandato, ben 287 milioni di euro. Comunque una decisione strategica come questa non sarà presa solo da me, ma insieme alle tre associazioni (Pietraserena, Siena C’è e Fare per Fermareildeclino) che hanno dato vita alla lista Cittadini di Siena».
 
Alcune affinità di programma anche con Pinassi e Vigni. Possibile un governo o un’opposizione di “larghe intese”?
«Le affinità di programma sono molte. Qualche tempo fa ho pubblicato un intervento nel quale affermavo “i programmi sono tutti uguali, la differenza la fanno le persone” e ne sono ancora convinto. Le ricette per uscire dalla crisi si somigliano un po’ tutte, ma non tutti possono metterle in pratica. Sia con Michele Pinassi che con Laura Vigni, anche loro fortemente critici del passato, ho cercato nei mesi scorsi un accordo senza riuscirvi. Vorrà dire che eventualmente lo faremo in occasione del ballottaggio».
 
Incertezza politica fa rima con incertezza economica a Siena. Da dove deve partire il cambiamento per garantire sicurezza amministrativa ed economica ai cittadini?
«Il cambiamento deve partire proprio dal Comune. Una amministrazione comunale sobria e trasparente che pratica quotidianamente la legalità e la partecipazione e procede col rispetto del merito e della competenza, rigettando le vecchie logiche clientelari, indurrà nei cittadini comportamenti virtuosi tesi alla affermazione dei propri diritti piuttosto che alla ricerca di favori. Una intera comunità deve convincersi che è finito per sempre il tempo della rendita ed è iniziata una nuova era, quella della responsabilità e della capacità di fare impresa, senza lasciare indietro nessuno. Comune e cittadini insieme ce la possono fare».
 

Ipotesi: lei è stato eletto sindaco. Quali le priorità dei primi 100 giorni?
«L’accertamento del vero stato dei conti del Comune per partire da poste certe, una azione di “spending review” della macchina comunale che consenta di eliminare sprechi e ridondanze e quindi di recuperare risorse, una ricognizione delle società controllate e partecipate del Comune per verificare cosa ci sia da riorganizzare, da ridimensionare o da dismettere, la valutazione di una azione di responsabilità nei confronti degli amministratori della Fondazione Mps il cui patrimonio di sei miliardi di euro, appartenente alla comunità senese, è stato devastato da chi ci ha finora governato. Attivazione dell’Open Comune per la trasparenza della azione amministrativa e dello Sportello Europa per attingere ai fondi europei per l’innovazione e le “città intelligenti”. Destinazione dei due terzi dei proventi della tassa di soggiorno nella promozione a livello mondiale di Siena e del suo territorio».
 
Quale il primissimo tema da portare in giunta?
«La adozione della “Carta di Pisa”, il codice etico degli enti ed amministratori locali che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione, in particolare contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa. La trasparenza, la legalità e la partecipazione saranno i fondamenti della nostra azione di governo, in chiara rottura col passato».
 
Perché i senesi dovrebbero votarla?
«Se vogliono uscire dalla crisi i senesi debbono affidarsi ad una nuova classe dirigente che non abbia né padrini, come i vecchi sindaci Piccini e Cenni che dettano la linea rispettivamente a Falorni e Neri, né padroni, come i partiti (Pd, SEL, Rifondazione Comunista, Movimento 5Stelle) le cui logiche ed equilibri spesso prescindono dagli interessi della comunità locale. Solo un governo civico, che risponde unicamente agli elettori che lo hanno insediato, può salvare Siena da un declino altrimenti irreversibile. Siamo cittadini liberi, senza nessuna compromissione col passato, pronti a governare».
 
Il “Buongoverno” è…?
«Mi viene una gran rabbia. Per anni ed anni ci siamo riempiti la bocca di paroloni come buongoverno, codice etico, partecipazione e il risultato è stato il “sacco di Siena”. Il Buongoverno è stato un paravento dietro il quale si compievano le cose peggiori. I senesi sono stati ingannati e i responsabili devono pagare».
 
Il suo nome per la Fondazione Mps è…? E perché?
«Non esiste “il nome”, esistono invece a Siena molte persone con le competenze necessarie e moralmente ineccepibili. Per quanto mi riguarda il prossimo presidente della Fondazione Mps sarà certamente un cittadino, magari una cittadina, senese scelto in accordo col Consiglio Comunale».
 

SOTTO NERBO
Il piatto della cucina senese preferito: Pici all’aglione
Il libro sul comodino: sto rileggendo “Un cappello pieno” di ciliegie di Oriana Fallaci
Lo scorcio cittadino del cuore: il profilo di Siena arrivando da Grosseto (sono un pendolare, primario all’Ospedale di Grosseto), riesce sempre ad emozionarmi
Personaggio storico/politico cui ispirarsi: Giuseppe Prezzolini, anche io idealmente appartengo alla Società degli Apoti, coloro che non se la bevono
Il suo motto è: «Male non fare, paura non avere»

Articolo precedenteImu, i Comuni chiedono incontro a Letta. «Urge confronto prima di adozione provvedimento del Governo»
Articolo successivoBilancio 2012, il gruppo Estra si conferma multiutility leader del Centro Italia