ROMA – Due aggressioni in poche ore. Due agenti penitenziari feriti, a Firenze e Torino. Azioni generate da detenuti con problemi psichiatrici o in attesa di entrare in una Rems.

Solo che il tempo medio per gli ingressi è di più 300 giorni e le persone che aspettano il via libera sono 750. Una situazione che in un alcune zone del Paese, concentrate al sud, si fa particolarmente pericolosa. Tanto che il sindacato di polizia penitenziaria è tornato a chiedere un ripristino di strutture carcerarie ad hoc. “La nostra proposta è radicale, si ritorni alle strutture psichiatriche di detenzione, abolite nel 2014, sia pure ripensate nei servizi da garantire e con un numero di personale specialistico adeguato”, ha affermato il segretario generale Aldo Di Giacomo.

Il Ssp ne fa anche una questione di numeri. “Gli episodi di autolesionismo di detenuti con difficoltà psichiatriche sono circa dieci al giorno – ha proseguito Di Giacomo -. Quattro sono le aggressioni che quotidianamente i poliziotti penitenziari subiscono e due sono i tentativi di suicidio che gli agenti riescono a evitare. E’ tempo che i ministeri della Giustizia e della Salute se ne occupino seriamente, non delegano alla Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo, ndr) di occuparsene”.

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