1412415834_10679516_10204857477340716_9046665531474357839_o-700x470“Ay, Carmela” di José Sanchis Sinisterra racconta la vicenda di due oscuri attori di varietà che nel 1938, durante la guerra civile spagnola, cadono prigionieri dei falangisti e sono costretti, loro malgrado, a improvvisare per le truppe uno scalcinato ed esilarante spettacolo dal tragico finale. Con “Carmela e Paolino” (in scena al Teatro di Rifredi dal 10 al 26 ottobre, alle 21 nei giorni feriali, la domenica alle 16:30, lunedì 13 e 20 riposo) il regista Angelo Savelli, d’accordo con l’autore, ha adattato l’originale spagnolo nell’Italia del 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, in uno sperduto paese della provincia abruzzese invaso dalle armate tedesche. La parte centrale del testo originale è occupata dal ricordo dello spettacolo di varietà improvvisato da Carmela e Paolino per le truppe d’occupazione. Anche qui è stata compiuta un’operazione di adattamento i cui riferimenti stilistici sono diventati schiettamente italiani: Nino Taranto, Totò, la Magnani, Macario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Rascel.

Riflessioni su memoria e dignità umana “Carmela e Paolino” è uno spettacolo sulla memoria e sulla dignità umana, ma al tempo stesso è comico, popolare e musicale, un’accattivante performance di Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo che si cimentano su più piani espressivi (recitazione, canto, coreografia), con una ricca gamma di toni interpretativi che vanno dal farsesco al tragico. Lo spettacolo è stato negli anni ’90 uno dei maggiori successi della compagnia Pupi e Fresedde che, per ben otto anni, lo ha portato in tournée in Italia, in Europa e in Sud America.

 

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