UNISTRASIUn anno di festeggiamenti a Siena per festeggiare l’Università per Stranieri di Siena che celebra il centenario della fondazione della Scuola di lingua italiana per Stranieri, sebbene risalga al 1588 la prima cattedra di lingua italiana destinata a studenti tedeschi proprio nella città del Palio. In programma un ricco calendario di eventi: la prima edizione del Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia; un concerto a luglio per l’inaugurazione dei corsi di cultura; una quattro giorni di convegno internazionale, a novembre, dove è atteso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al centro del dibattito la diffusione dell’italiano, lo studio della lingua italiana, l’italiano degli stranieri e l’attrattività che l’italiano, ancora oggi, rappresenta per i giovani di tutto il mondo.

Gli studenti cinesi amano l’Università per Stranieri Negli ultimi anni sono salite a 110 le nazionalità di studenti che da tutto il mondo vengono a studiare italiano all’Università per Stranieri di Siena per conoscere la lingua di Dante; l’ateneo senese rispetto alle altre università italiane, registra nell’anno accademico in corso, più del doppio di studenti stranieri (12% rispetto a 4,50%); la nazionalità maggiormente rappresentata è la cinese ma crescono le presenze di studenti di paesi africani e dell’est Europa.

«Ricordiamo un gesto di pace e civiltà» Il calendario del Centenario è stato presentato questa mattina a Firenze in regione alla presenza di Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana; Pietro Cataldi, rettore dell’Università per Stranieri di Siena; Massimo Arcangeli, direttore del Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia, e Massimo Vedovelli, co-organizzatore del Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia. «Celebrare il centenario della nascita della Scuola di lingua italiana di Siena significa innanzitutto ricordare un gesto di pace e di civiltà in un anno, il 1917, segnato in Europa da sanguinosi conflitti – ha spiegato il rettore Cataldi – E’ un’eredità preziosa: la lingua italiana come lingua della musica, dell’arte, della letteratura, nonche’ del cibo, del design; insomma comunicazione pacifica tra i popoli e le culture».

«Costruire una politica della lingua» «E’importante valorizzare certi tipi di iniziative anche per cominciare a costruire una politica della lingua e delle lingue più organica in Italia – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Barni -. Purtroppo è mancata per lunghi anni, dopo l’unità d’Italia, ed è necessario, invece, riflettere sull’importanza della promozione e diffusione della nostra lingua nel mondo, ma anche del rispetto, diffusione e promozione delle lingue in Italia: lingue straniere ma anche lingue delle comunità immigrate. Noi stiamo lavorando moltissimo sulle università per costruire dei legami sempre piu’ forti fra le università toscane, per esaltare quelle che sono le loro vocazioni, le loro specializzazioni, per sostenere i giovani, italiani e stranieri, sia in tema del diritto allo studio, ma anche nel loro primo rapporto con la ricerca e del lavoro. Abbiamo lanciato da poco i bandi per i dottorati di ricerca, quelli per gli assegni di ricerca e vogliamo che le università, i centri di ricerca e le imprese toscane, dialoghino sempre di più».

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