Investimenti in caduta libera, fortissima instabilità climatica e tante fitopatie: sono solo alcuni dei problemi che stanno condizionando negativamente la campagna del pomodoro da industria. “Con il 20 per cento quasi di investimenti in meno, un clima impazzito che è passato in breve tempo dalla piovosità da record al caldo africano di questi giorni di raccolta, non c’era da meravigliarsi che avremmo assistito quest’anno ad una campagna difficile per il pomodoro da industria” ha commentato così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi la complessa situazione che sta mettendo a dura prova i redditi dei produttori di pomodoro del Mezzogiorno.

Poco prodotto e non di qualità – “Avremmo dovuto avere una più forte coesione tra imprese agricole e della trasformazione – ha proseguito Guidi – invece ci troviamo con strumenti appena avviati e non in grado di fissare un riferimento certo di prezzo, come avvenuto invece nel Nord, per un’intesa interprofessionale soddisfacente per tutte le parti in causa. Cosi’ abbiamo poco prodotto e per giunta spesso non di qualita’ eccezionale ma con prezzi all’origine allineati sui costi di produzione, se non al di sotto, non remunerativi per chi produce pomodori. In questa difficile congiuntura – ha concluso il presidente di Confagricoltura – chiediamo a tutti di riflettere meglio sui rapporti di questa filiera strategica per il nostro agroalimentare. Prima di pensare ad altri temi, come l’ipotesi di una Igp che e’ tutta di la’ da venire, sarebbe meglio ricompattarci sui temi di un mercato che si fa sempre piu’ difficile ed instabile e sul quale dobbiamo intervenire a vantaggio di tutti gli operatori e di tutta la filiera”.

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