pistoia 1Dopo sette giornate la Serie A di basket ha una capolista solitaria. Non è una delle favorite della vigilia e non è neanche una accreditata come possibile sorpresa. É la Giorgio Tesi Group Pistoia di Enzo Esposito. Sei vittorie, una sola sconfitta, PalaCarrara imbattuto: e come sempre nello sport non è un primato frutto del caso. Certo hanno inciso le difficoltà di inizio stagione delle big: Milano con i problemi di personalità e di condizione fisica, Sassari con gerarchie interne tutte da trovare, Venezia e Reggio troppo a fasi alterne. Ma nulla di tutto ciò toglie un solo grammo ai meriti dei biancorossi toscani, che nonostante non primeggino nessuna voce statistica di squadra tra le principali stanno facendo la differenza proprio con il gruppo.

Esposito, coach Pistoia
Esposito, coach Pistoia

I meriti di coach Esposito Uno dei dubbi agostani, anche di chi scrive, era legato alla capacità di far diventare questi giocatori – alcuni dei quali rookie del basket europeo e/o della A – una forza unica sul campo. Non è un processo semplice né tantomeno immediato: c’è bisogno della disponibilità di tutti e della volontà di venirsi incontro, al di là degli aspetti tecnici e/o tattici. E invece Pistoia ha sorpreso proprio su questo aspetto: la squadra si muove in campo come una cosa sola e anche nei fisiologici momenti di calo all’interno di una partita non si scompone mai, restando sempre calma e concentrata. Inevitabile pensare che gran parte del merito sia di coach Esposito: da giocatore era un guerriero oltreché un sublime tiratore – lo è ancora adesso, visto che vince quasi sempre le gare di tiro in allenamento – e questo suo modo di essere lottatore è stato trasmesso ai suoi giocatori con i risultati che vediamo sul campo. É un sistema che si autoalimenta: sono aggressivo in difesa, vado di più in contropiede, esalto me e i compagni e i tifosi, difendo ancora più aggressivo. Se volete un esempio di ciò prendete il 16-0 di fine primo quarto ieri contro Caserta oppure gli ultimi due minuti dell’overtime. Molto in questo senso fanno chi ha già lavorato con Esposito proprio in Campania, ovvero Moore e Antonutti, e chi ne ha viste talmente tante che da capitano gode del rispetto di tutti, ovvero Filloy. Discorso sul feeling che va portato anche nello staff, con Fabio Bongi e Marcello Billeri preziosi alleati dell’ex Diablo.

I segreti: contropiede e fisicità Poi c’è il lato tecnico che ci dice di come la GTG giochi un basket fatto di cose non elaborate ma eseguite in maniera limpida, con un elevato numero di assist (18.3, seconda forza del torneo) e un basso numero di perse (13.4, terzo miglior dato). Non ci sono purtroppo numeri ufficiali ma viene facile pensare che i toscani siano tra coloro che più vanno in contropiede perché la tendenza di Moore è quella e la fisicità di Blackshear in campo aperto va sfruttata a dovere. Blackshear peraltro è partito in sordina per usare un eufemismo, poi i 23 punti contro Avellino gli hanno decisamente dato la scossa: ora difende su 4 ruoli con una naturalezza invidiabile e d’altronde è stato preso anche per questo.

L’uomo in più Poi c’è lui, l’uomo in più, il migliore del campionato per valutazione, l’emblema della pallacanestro moderna: Alex Kirk, 213 centimetri, 114 chili e due mani che la metà delle guardie del campionato si sogna. La prova documentale che nel basket di oggi non c’è spazio – in senso anche letterale – per i centroni di una volta ma che se chi ha la stazza del centrone sa giocare a 6, 7 metri dal canestro può fare la differenza. Si è presentato alla prima contro Brindisi con 4-5 dall’arco lasciando moltissimi a bocca aperta e non è stato un fuoco di paglia. É di fatto un play aggiunto che porta via i lunghi avversari dall’area lasciando spazio per le penetrazioni o per le giocate spalle a canestro di Czyz. Guai a sottovalutarlo perché il 62.5% da tre parla piuttosto chiaro così come è chiaro che raramente sbaglia scelta offensiva. Deve migliorare nelle letture difensive e deve aumentare la propria pericolosità dai 4 metri ma già ora strappa applausi. Non possiamo sapere dove Pistoia possa arrivare. Il dato certo è che a metà novembre è ad un paio di vittorie dalla storica qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia e a quattro-cinque dalla salvezza, con ancora tutto un campionato davanti e ancora margini di crescita. Niente male, davvero niente male.

 

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