nardella-franceschiniSettimana decisiva a Firenze sul nuovo regolamento Unesco legato alle attività che verranno aperte nel centro del capoluogo di regione, con una lunga discussione che è andata avanti nell’ultimo mese con prima la decisione in giunta comunale da parte del sindaco Dario Nardella di dare il via libera solo a ristoranti e luoghi di ristorazione che avessero minimo il 70% dei prodotti in vendita a marchio toscano, e poi alcune modifiche resesi necessarie dopo il confronto con i commercianti e le associazioni di categoria. A certificare il tutto ci ha pensato il ministro per la Cultura, Dario Franceschini, intervenuto a Firenze sull’argomento. «Firenze ha approvato una delibera improntata a questo principio: proteggere il naturale tessuto economico dei nostri centri storici – ha spiegato Franceschini – credo che pensare al turismo sostenibile sia anche questo: tutelare e valorizzare i patrimoni delle nostre città».

La presa di posizione «Le parole del ministro Franceschini ci incoraggiano: la nostra è una battaglia innovativa, e il principio è semplice. – ha risposto il sindaco Nardella – Il cibo, l’artigianato, il commercio di tradizione sono cultura e dunque vanno difese come facciamo con i nostri beni culturali. Non vogliamo vedere friggitorie su Ponte Vecchio – ha aggiunto Nardella -: noi vogliamo un centro storico amato, rispettato e riconosciuto da tutto il mondo. Senza nulla togliere a globalizzazione e grande distribuzione, che continueranno a svilupparsi. Non c’entra nulla la libera concorrenza con il nostro obiettivo di proteggere il tessuto commerciale economico del centro storico».

L’incontro Proprio Nardella ha incontrato a Palazzo Vecchio il ministro Franceschi e al termine del ‘faccia a faccia’ ha aggiunto: «Esprimo apprezzamento per la disponibilità del ministro del Mibact Dario Franceschini a dare vita, a partire dal nuovo regolamento a tutela del centro storico di Firenze, ad un nuovo provvedimento normativo che darebbe maggiore robustezza giuridica alla nostra battaglia contro il commercio degradato nell’area del centro storico».

 

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