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FIRENZE Se gli Stati Uniti pongono dazi allora bisogna guardare ad altri mercati, ad esempio rafforzare quelli con paesi come Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay che “rappresentano un’opportunità concreta per il nostro export.”

Così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, commentando la decisione del presidente Trump di imporre dazi del 20% sui prodotti europei, tra cui il vino.

“Prendiamo atto con rammarico – dice – della decisione del presidente degli Stati Uniti sui dazi, ma non possiamo permetterci di restare fermi. È il momento di rafforzare la nostra presenza in nuovi mercati, a partire dal Sud America, dove l’accordo con il Mercosur può aprire grandi opportunità per il nostro vino. Allo stesso tempo, dobbiamo investire in Asia e iniziare a promuoverci in Africa e India per diversificare le nostre esportazioni e ridurre la dipendenza dagli USA.”

“L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur – spiega Busi – deve diventare una priorità assoluta. L’Europa ora deve essere rapida nel rendere operativo questo trattato, perché è un modo per dare prospettive nuove alle aziende europee e nel caso del Chianti anche a tutto ciò che la presenza delle nostre aziende rappresenta: cultura, cura dell’ambiente, valorizzazione delle aree interne”.

Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti

Ma il Sud America non è l’unica direzione su cui puntare. “Anche l’Asia offre prospettive enormi per il vino italiano. Dobbiamo investire su Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia, mercati con un crescente interesse per i nostri prodotti. Allo stesso tempo /dobbiamo iniziare a farci conoscere in Africa e India, aree in cui il consumo di vino sta crescendo e dove possiamo costruire nuove opportunità commerciali.”

L’appello di Busi è chiaro: “Le istituzioni europee devono muoversi con decisione per aprire nuove vie all’export del vino italiano. Se i dazi USA impongono un cambio di rotta, allora dobbiamo sfruttare al meglio le alternative a nostra disposizione.”