FIRENZE – E’ atteso tra oggi e domani il dibattito in Consiglio regionale sulle relazioni della Regione Toscana con Israele.
Pd e M5s chiedono l’interruzione dei rapporti istituzionali con il governo di Benjamin Netanyahu.
Parallelamente, il gruppo pentastellato ha protocollato un’interrogazione urgente rivolta al presidente della Regione Eugenio Giani, per chiedere chiarimenti sul ruolo di Marco Carrai, console onorario di Israele in Toscana e presidente della Fondazione Meyer, l’ospedale pediatrico fiorentino.
Il nodo della controversia riguarda l’incompatibilità tra la carica di rappresentante diplomatico di Israele e la presidenza di una fondazione che dovrebbe incarnare valori di pace e tutela dell’infanzia, specialmente alla luce del conflitto in corso a Gaza che ha provocato migliaia di vittime, tra cui molti bambini palestinesi. I
l M5S sottolinea come la presenza di Carrai ai vertici della Fondazione Meyer sollevi una profonda riflessione etica e politica, considerando anche il recente passo indietro del console onorario russo a seguito delle tensioni internazionali.
Mercoledì pomeriggio è previsto un sit-in in piazza del Duomo davanti alla sede della giunta regionale, organizzato da associazioni cittadine come Pro Pal, insieme a esponenti di M5S, Sinistra Progetto Comune, Ecolò, Sinistra Italiana e alcuni sindaci dell’area metropolitana di Firenze. Durante la conferenza stampa sarà presentata una lettera aperta indirizzata a Giani, con la richiesta esplicita che «il console di Israele non può presiedere la Fondazione Meyer».
Dall’altra parte, una parte della città vicina a Marco Carrai, composta da cittadini, militanti politici e docenti universitari di area moderata, ha organizzato una raccolta firme e diffonderà a breve una lettera aperta in sua difesa, sottoscritta da circa un centinaio di persone, tra cui giornalisti e storici di rilievo. Anche i Giovani Democratici di Firenze, Pisa e Livorno hanno avviato una petizione per chiedere l’estromissione di Carrai, ribadendo la necessità che le mozioni di Pd e M5S non restino solo un manifesto di intenti ma diventino atti concreti.
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