FIRENZE – Donatello il ‘maestro dei maestri’ che scolpì il Rinascimento: lo racconta la grande mostra a Palazzo Strozzi e al Museo Nazionale del Bargello. Una retrospettiva imponente che, per la prima volta, riunisce i più importanti capolavori dell’artista simbolo del Rinascimento, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei, come Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Giovanni Bellini, Michelangelo, Raffaello, altri.

‘Donatello, il Rinascimento’, il primo grande evento dell’arte mondiale nel post pandemia, celebra il maestro anche ampliando la riflessione su questo artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi. Curata da Francesco Caglioti, ordinario di storia dell’Arte medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa, la mostra itinerante ospita circa 130 opere: sculture, dipinti, disegni con prestiti unici, alcuni mai concessi prima, provenienti da quasi sessanta tra i più importanti musei e istituzioni al mondo, come National Gallery of Art di Washington, Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, Opera della Metropolitana di Siena, la Basilica di Sant’Antonio a Padova e quelle fiorentine di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella.

Donatello è protagonista nella sua dimensione umana e di artista: scultore, pittore e architetto. Donato di Niccolò di Betto Bardi nacque nel 1386 a Firenze in un momento opportuno. La città toscana stava vivendo l’ascesa di una nuova élite di banchieri e commercianti che, in pochi decenni, trasformarono la città nel paradiso degli artisti. I Rinascimenti sono stati diversi, tanti quanti le arti con i loro padri, ma Donatello, con una lunga carriera, fino alla sua scomparsa nel 1466,  è stato lo scultore supremo, prediletto della famiglia Medici. Con una forte vocazione monumentale, anche nei suoi lavori di piccolo formato, ha proposto, insieme a Brunelleschi e Masaccio, nuove idee e soluzioni figurative: hanno segnato l’arte occidentale, riferimento per generazioni con un’influenza che dalla Toscana ha raggiunto il Veneto, le Marche, Roma e Napoli.

Ha rigenerato l’idea di scultura, con una potenza di visione unica in cui si ricongiungono le scoperte sulla prospettiva e un moderno concetto di umanità. La dimensione psicologica consente alle sue sculture di esprimere una carica umana che abbraccia le diverse emozioni, dalla dolcezza alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante. Il suo spirito moderno e trasgressivo lo convinse a rimettersi continuamente in discussione con uno stile imprevedibile che sfidò le mode dell’epoca, riappropriandosi del reale secondo i modelli del passato.

Straordinaria nell’arte di Donatello è la capacità di utilizzare materiali diversi, marmo, pietra, bronzo, terracotta, legno, stucco, rame sbalzato, cartapesta, paste vitree e ceramiche, in opere che uniscono preziosità, liricità e umanità. La cifra del suo modo di procedere è lo ‘schiacciato’ o ‘stiacciato’, un rilievo con variazioni minime rispetto al fondo: suggerisce un’illusione di profondità prospettica con numerosi e sottilissimi gradi di spessore.

«Dedicare una mostra monografica così ampia a Donatello forse il più audace scultore di ogni tempo, è una sfida unica, per la quale siamo grati alla generosità di tanti prestatori – dice il curatore Caglioti -. Ritrovare nelle sale di Palazzo Strozzi e del Bargello numerose opere tuttora o in origine nei grandi spazi delle chiese e delle piazze, invita all’esperienza entusiasmante di ricollocare idealmente questi capolavori nei loro contesti antichi, immaginando gli effetti sconvolgenti che Donatello attivò nei suoi contemporanei».

La mostra propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello articolato in quattordici sezioni. Si inizia dagli esordi, dal dialogo con Brunelleschi e il confronto tra i due celebri Crocifissi lignei provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di Santa Maria Novella. Si procede attraverso i luoghi dove Donatello ha lavorato, con Firenze, Siena, Prato e Padova, trovando seguaci, dialogando con altri celebri artisti più giovani quali Mantegna e Bellini, sperimentando le sue invenzioni plastiche e scultoree. Conclude una sezione sull’influenza di Donatello sugli artisti a lui successivi, tra cui Raffaello, Michelangelo e Bronzino.

«Dopo aver portato a Firenze la grande arte contemporanea, con la mostra Donatello, il Rinascimento, Palazzo Strozzi – osserva Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione – si riaccosta all’arte antica con un progetto epocale. Tutti insieme abbiamo lavorato per quella che poteva sembrare una ‘mostra impossibile’: la più esaustiva rassegna su Donatello mai realizzata». A Palazzo Strozzi si dispiega un percorso cronologico-tematico che ricostruisce la biografia artistica di Donatello attraverso cento capolavori ,quali il David in marmo e l’Amore-Attis del Bargello, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato, il Crocifisso, il Miracolo della mula e l’Imago Pietatis dell’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova, oltre a opere provenienti dal Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York o la National Gallery di Londra. Per la prima volta, sono esposti fuori dal loro contesto originario il Convito di Erode, la Fede e la Speranza del Fonte battesimale del Battistero di San Giovanni a Siena, oltre alle porte bronzee della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze: esempi tra le numerose opere oggetto di grandi restauri realizzati in occasione della mostra.

«Il Museo Nazionale del Bargello – racconta il direttore Paola D’Agostino – ospita da sempre il più importante nucleo di opere di Donatello. L’allestimento del Salone di Donatello, tra fine Ottocento e inizio Novecento, impresse un nuovo volto museografico al Palazzo del Podestà. Questa mostra esemplifica quanto Donatello sia stato artista guida del Rinascimento». Qui il percorso comprende opere iconiche di Donatello: dal San Giorgio marmoreo, con lo straordinario rilievo in schiacciato del San Giorgio che libera la principessa, al David in bronzo a confronto con il Filippo Scolari detto Pippo Spano e con il Farinata degli Uberti, affreschi staccati di Andrea del Castagno, dalle Gallerie degli Uffizi; poi il David Martelli di Desiderio da Settignano, concesso in prestito dalla National Gallery of Art di Washington, per proseguire con la Madonna delle nuvole del Museum of Fine Arts di Boston, la Madonna Dudley del Victoria and Albert Museum di Londra e la Madonna della scala di Michelangelo dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. La sezione che accoglie quest’ultimo rilievo illustra l’influenza fondamentale di Donatello sull’opera del Buonarroti e sulla Maniera Moderna.

‘Donatello, il Rinascimento’, promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello di Firenze, è un progetto internazionale che sviluppa grandi sinergie. Partner, con Fondo Edifici di Culto –

Ministero dell’Interno, gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra, che terranno le mostre sull’artista dal 2 settembre all’8 gennaio 2023 presso la Gemäldegalerie di Berlino e nella primavera 2023 al museo londinese.

Il progetto si espande nella città di Firenze e nella Regione Toscana grazie alla collaborazione con le più importanti istituzioni culturali del territorio. La Fondazione Palazzo Strozzi propone la speciale iniziativa Donatello in Toscana: un itinerario che, attraverso una mappa tematica fisica e digitale, conduce alla scoperta di oltre 50 opere di Donatello. Il volume Donatello in Toscana, in uscita in maggio ed edito come il catalogo da Marsilio Arte, sarà anch’esso curato da Francesco Caglioti.

Uno staff di main supporter e partner sostiene la mostra. Fino al 31 luglio  (www.palazzostrozzi.org / www.bargellomusei.beniculturali.it).

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