claudio borghi
Claudio Borghi in conferenza stampa

«Le elezioni regionali in Toscana possono dare una spallata al Governo. Qui convergeremo il massimo delle nostre forze per liberare questo territorio dalla dittatura del Partito Democratico». È la sfida che lancia Claudio Borghi della Lega Nord, ufficialmente candidato alla presidenza della Regione. Il Carroccio al momento corre da sola ma è lo stesso Borghi – responsabile economico nazionale delle camice verdi – a non aver escluso alleanze e convergenze sul proprio programma. Il Carroccio vuole lanciare un «movimento di liberazione» da Matteo Renzi e dal Pd, ha detto Borghi incontrando la stampa e aprendo la forza a tutte le forze politiche che si oppongono ai sopraccitati. Movimento 5 Stelle compreso.

Gianni Lamioni
Gianni Lamioni
Massimo Mallegni
Massimo Mallegni

Lega vs Pd. E il resto del centrodestra? Il Risico delle candidatura per le elezioni regionali si arricchisce adesso di un candidato in più. Un nome forte, quello di Claudio Borghi, voluto dallo stesso leader della Lega Matteo Salvini. In attesa, ovviamente, di vedere come si ricomporranno i cocci nel centrodestra, forse mai stato così frazionato e diviso. Il Pd ed Enrico Rossi sono già partiti, forti dello “scampato pericolo-primarie” con l’area civatiana che riconduceva a Luciano Modica che non è riuscita a raccogliere le firme necessarie. È logico pensare che anche nel centrosinistra di guardi a cosa sta accadendo dall’altra parte del campo. Giovanni Donzelli, consigliere regionale uscente di Fratelli d’Italia, è stato il primo a lanciare la sfida a Rossi. E forse il suo nome – numeri alla mano – potrebbe riconfluire sotto l’ala protettiva della Lega Nord. Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Unione di Centro cosa fanno? Su Giovanni Lamioni, presidente della Camera di Commercio di Grosseto, erano confluite tutte le convergenze. E lo stesso Lamioni parlava già da candidato unico sognando di «dare una spallata alla Toscana rossa». Poi è arrivato il veto di Maurizio Bianconi, ex tesoriere del Pdl, leader degli amici di Fitto in Toscana. Un vertice tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi aveva ulteriormente fatto scendere le quote del presidente CCIAA di Grosseto che ad oggi, non è più sicuro di poter correre per Palazzo Strozzi Sacrati. Tutto da rifare dunque. Il nome nuovo che circola è quello dell’ex sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni.

Matteo Salvini e Claudio Borghi
Matteo Salvini e Claudio Borghi

Contro Rossi e il Pd «La Toscana è vittima di un comitato d’affari, che andava bene finché c’erano tanti soldi per comprare il consenso». Occorre fare «tabula rasa, scoperchiando le rendite di posizione del comitato d’affari», per dare «precedenza ai toscani» perché «la bellezza di questa terra non l’ha creata il Pd, ma i vostri antenati, ed è un’assurdità consegnarla a gente arrivata ieri col barcone». Così ha lanciato la propria candidatura Claudio Borghi che, in termini di alleanze, si è detto aperto a convergenze sul suo programma: «Ci terrei ad essere il rappresentante di tutto il centrodestra, e di tutti quelli che non sono del Pd: il M5S venga con noi, e sia parte di questo movimento di liberazione». Borghi, lombardo, si è anche detto disponibile a essere consigliere regionale all’opposizione in caso di sconfitta: «Mi servirebbe per conoscere le magagne e avere armi per denunciare l’inadeguatezza del Pd a livello nazionale». Nella sua conferenza stampa, il responsabile economico del Carroccio, non ha mancato di menzionare temi caldi quali il Monte dei Paschi (Borghi è legatissimo a Siena essendo, tra le altre cose contradaiolo dell’Aquila) e Banca Etruria che già sembrano assi portanti su cui verterà la campagna elettorale. «Il piano di Renzi – ha affermato in una conferenza stampa – è far saltare il voto capitario nelle popolari per far comprare Mps e togliersi il ‘bubbone’. Mps – ha detto Borghi – è un problema grave, perché quando ti dicono che la più antica banca del mondo fallisce significa che una responsabilità così grande nei confronti dei nostri antenati non è stata capita. Il problema del Monte dei Paschi è chiaro a tutti: c’è la stecca più grande della storia. Non ci vuole fantasia a capirlo: si pagavano dei bonifici miliardari e dicono “non sappiamo dove sono finiti”. Cioè io faccio un bonifico da un miliardo e due e non so dove sia finito? In questo regime mi sembra di entrare nell’iperspazio, sembra di entrare in luoghi nei quali la gravità gira al contrario».

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