Carlos in una foto precedente alla sua scomparsa
Carlos in una foto precedente alla sua scomparsa

Questa è una leggenda pian piano trasformata in realtà. Una storia incredibile, che vede come protagonista un uomo che ha deciso di vivere lontano dall’umanità, nascosto tra i boschi. E c’è riuscito per diversi anni, almeno fino a quando due cercatori di funghi lo hanno incrociato per puro caso sul loro cammino, dando il via ad una serie di colpi di scena degni della migliore sceneggiatura hollywoodiana. Questa è la storia di Carlos Sanchez Ortiz de Salazar, classe 1970, nato a Bilbao. Storia dell’eremita di Scarlino. Una persona scomparsa nel 1998 in Spagna e dichiarata morta dallo stato iberico nel 2005, salvo poi rispuntare fuori oggi, nel 2015. Uno choc per i genitori, accorsi in Maremma per trovarlo, ma senza fortuna.

Verso una nuova meta La storia del solitario ha fatto il giro d’Italia e dell’Europa in pochi giorni. Merito del web, ma anche dei tanti volontari impegnati a dare una mano alle famiglie di persone scomparse. Sono stati proprio loro a rimettere insieme i pezzi di questo puzzle: un articolo pubblicato on line, infatti, è stato condiviso su molti gruppi Facebook dove si raccolgono informazioni su gente ormai sparita ed è qui che un’associazione spagnola è riuscita a sapere del ritrovamento di Carlos, rimasto per molti anni (ma non si sa quanti di preciso, anche se lui ha detto che erano diciotto) nascosto tra la fitta vegetazione delle Bandite di Scarlino, nella zona che dà verso le cale. Fino ad un mese fa, nessuno (o quasi) si era mai accorto della sua esistenza, finché appunto due cercatori di funghi, abbandonato il sentiero classico per spingersi nel cuore della macchia, si sono imbattuti nell’accampamento dell’eremita, composto da una tenda, delle taniche e vecchie scatole di cibo raccolte dai bidoni dell’immondizia durante la notte. E’ stato in quel momento che la solitudine di Carlos è stata infranta. Poche ore dopo è arrivato anche il capo operaio delle Bandite, chiedendogli le generalità: lui ha tirato fuori il passaporto quasi stinto e ha mostrato il suo nome, Carlos, e il suo luogo di provenienza, la Spagna. «Ora che mi avete scoperto però me ne andrò» ha detto ai tre uomini e così ha fatto, un paio di giorni dopo, richiudendo l’accampamento nel suo zaino.

Nessuna traccia Intanto, però, la storia è sbarcata sul web, è stata vista dall’associazione spagnola e dopo un veloce confronto con una vecchia denuncia di sparizione si è subito rivolta ad un’omologa italiana, la Penelope Toscana, chiedendo aiuto. A loro volta, i volontari toscani hanno contattato le autorità scarlinesi, a cui erano state girate le generalità, e tutti i dati combaciavano alla perfezione: l’eremita di Scarlino è Carlos, un ragazzo fuggito dalla sua casa di Bilbao nel 1997 (anno in cui ha detto di essere arrivato nei boschi delle Bandite), non appena laureatosi in medicina. A quel punto l’associazione spagnola ha preso contatti con i genitori, dandogli una notizia che ormai non speravano più di avere. Loro, infatti, da diciotto anni non sanno nulla di loro figlio, mai avuto un contatto. Anzi, così come avviene in Italia, dopo dieci anni di silenzio uno scomparso viene certificato come defunto. In Spagna, giuridicamente, Carlos risulta morto. Invece, era nella macchia Maremmana e ora i suoi genitori sono stati nella zona per due giorni nella speranza di incontrarlo. «Vogliamo solo vedere se sta bene» hanno spiegato durante i vari incontri, ma di lui nessuna traccia, scomparso ancora nei boschi.

Articolo precedentePista da sistemare. Aeroporto di Firenze, il progetto non decolla
Articolo successivoUna fattoria in “comune”. Gli agricoltori si ribellano a Mondeggi. «E’ concorrenza sleale»