Una serata in onore del regista Pietro Germi nel centenario della nascita e nel giorno del quarantesimo anno dalla sua scomparsa. A organizzarla venerdì 5 dicembre il Terra di Siena International Film Festival e la Biblioteca Comunale degli Intronati (ore 17.00 – sala storica Biblioteca). Nell’occasione verrà presentata la donazione effettuata alla Biblioteca comunale degli Intronati di una parte dell’archivio della “Voce del Campo”.

La filmografia – Il tributo al maestro genovese prevede la proiezione di spezzoni di quattro lungometraggi: “In nome della legge”, “Divorzio all’italiana”, “Sedotta e abbandonata” e “Signore e Signori”. La filmografia germiana sarà illustrata da Paola Micheli, docente dell’Università per Stranieri di Siena, e intervallata da una lettura di brani di Oriana Fallaci dedicati a Germi a cura di Paola Lambardi.

Pietro Germi – Dopo il Centro Sperimentale di Cinematografia e i primi esordi con “Il Testimone” e “Gioventù perduta”, Germi vince tre nastri d’argento con “In nome della legge”, uno dei primi film italiani sul tema della mafia. Altri riconoscimenti arrivano con “Il cammino della speranza” dramma neorealista che si aggiudica l’Orso d’Oro e l’Orso d’Argento al Festival di Berlino. Ma sarà “Il ferroviere”, considerato una delle ultime espressioni del neorealismo italiano, il film che conquista maggiormente il pubblico, così come un altro capolavoro, “Un maledetto imbroglio” ispirato al romanzo di Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”. Successivamente vira verso la commedia, con “Divorzio all’italiana” e “Sedotta e abbandonata”, opere pervase da una critica pungente del meridione d’Italia e delle sue ataviche tradizioni. Altri film, invece, come “Signore e Signori” offrono uno spaccato delle ipocrisie borghesi di una cittadina del Veneto. Se “Divorzio all’italiana” conquista una nomination all’Oscar per la miglior regia, la migliore interpretazione, il miglior soggetto e la migliore sceneggiatura originale (il lungometraggio è stato scritto, oltre che dal regista, anche da Ennio De Concini e Alfredo Giannetti), “Signore e Signori” vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Avendo compreso in anticipo sui tempi la trasformazione della classe operaia, fu osteggiato dalla critica di sinistra; i lavoratori di Germi sono tratteggiati, infatti, senza coscienza di classe, intelligenza e solidarietà umana.

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