LIVORNO – Il risarcimento per i familiari ammonta a 500mila euro. La cifra è stata stabilità dal tribunale di Livorno che ha condannato Ficantieri per la morte di un operaio, deceduto a 76 anni.

L’uomo per 21 anni è stato scalpellinatore, carpentiere e manutentore allo stabilimento di Livorno rimanendo esposto costantemente alla fibra.

Oltre a manipolare lui stesso l’amianto friabile per tutto il periodo di lavoro e senza essere dotato di dispositivi di protezione, hanno fatto sapere dall’Osservatorio nazionale amianto, “l’asbesto era presente nei locali, negli impianti, nelle coibentazioni e nelle tubature. Questa costante esposizione è stata anche accertata dall’Inail che aveva già riconosciuto alla vittima i benefici previdenziali”.

L’associazione si è soffermata poi su un altro aspetto. “È l’ennesima condanna a carico di Fincantieri che, oltre a violare tutte le misure di sicurezza, ha omesso di informare le maestranze che questo minerale fosse un killer, capace di provocare morte come purtroppo si è verificato – ha dichiarato il presidente Ezio Bonanni -. Continuerò la mia battaglia perché tutti conoscano i danni che provoca l’amianto e perché sappiano che inalando questi veleni, senza precauzioni, si va incontro alla morte».

La cantieristica navale è uno dei settori dove si registrano più casi di vittime d’amianto e solo le vittime di mesotelioma, secondo il rapporto Renam dell’Inail, sono quasi il 3% di tutti i casi in Italia.

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