Firenze, processione per strage Georgofili
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FIRENZE – Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, un’autobomba esplose in via dei Georgofili a Firenze, causando la morte di cinque persone.

Nella deflagrazione dell’ordigno persero la vita Fabrizio Nencioni, la moglie Angela Fiume, le loro figlie Caterina, di appena 50 giorni, e Nadia, di 9 anni, e lo studente universitario Dario Capolicchio. L’attentato, opera di Cosa Nostra, provocò anche 48 feriti e ingenti danni al patrimonio artistico, tra cui la distruzione della Torre dei Pulci e gravi danni alla Galleria degli Uffizi.

In occasione del 32° anniversario della strage, questa mattina a Firenze si è tenuta una giornata di memoria, arte e riflessione. Nell’elegante cornice della Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della giunta regionale, si sono svolti incontri e una tavola rotonda dal titolo “Dal maxi processo alle stragi di mafia del 1992-1993”. Tra i partecipanti, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha ricevuto l’opera “Strage dei Georgofili” del maestro Stefano Patti, e l’assessore regionale alla Cultura della Legalità Stefano Ciuoffo, oltre al sindaco e al prefetto.

La commemorazione è stata aperta dal presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime, Luigi Dainelli, che ha ricordato con forza: “Non c’è memoria senza verità”. Il suo discorso, ispirato alla memoria di Giovanna Maggiani Chelli, simbolo della lotta per la verità, ha sottolineato l’importanza di un impegno continuo per la giustizia e la trasparenza, soprattutto coinvolgendo le nuove generazioni.

Dainelli ha denunciato i rischi di alcuni provvedimenti legislativi, come il decreto sicurezza e l’articolo 31, che potrebbero ostacolare le indagini sulle stragi mafiose e ha chiesto risposte concrete alle istituzioni, ribadendo la necessità di includere nella Commissione Antimafia figure di magistrati esperti come Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho.

Alle ore 1:04, momento esatto dello scoppio, la sindaca Funaro e il presidente Giani hanno deposto una corona di alloro in via dei Georgofili, davanti alla lapide che ricorda le vittime. La sindaca ha ricordato le vittime come “vite spezzate da un vile attentato mafioso che ha ferito il cuore di Firenze, la sua memoria e il suo patrimonio”, ribadendo l’impegno della città nella lotta contro la mafia.

Giani, che all’epoca era assessore comunale, ha sottolineato il gravissimo impatto dell’attentato, che oltre alle vite umane ha danneggiato gravemente opere d’arte e monumenti, e ha affermato che “le vittime meritano il nostro ricordo e il nostro impegno per la legalità”.

La commemorazione si è arricchita anche di momenti culturali, come lo spettacolo teatrale “Al posto sbagliato – Storie di bambini vittime di mafia”, andato in scena la sera precedente in piazza Signoria, e la cantata civile “Una goccia – Cantata civile per il futuro prossimo”. Queste iniziative, promosse dall’associazione Familiari delle vittime in collaborazione con il Comune di Firenze, mirano a mantenere viva la memoria e a trasmettere alle nuove generazioni il valore della giustizia e della legalità.

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