sangiovanni1.jpgComuni senesi a lavoro per le operazioni di unione degli enti. Entra nel vivo, in particolar modo, il progetto di fusione di Montalcino e San Giovanni d’Asso con i consigli comunali che «hanno approvato la mozione unitaria dei gruppi di maggioranza e minoranza affinché i sindaci dei due comuni siano a richiedere alla regione di promulgare la proposta di legge per l’ipotesi di fusione. Ora la parola passa alla Regione Toscana che dovrà indire il referendum attraverso il quale cittadini si pronunceranno se ratificare o meno questa scelta», riportava La Nazione di Siena. La decisione arriverà nei primi giorni di agosto, il referendum ad ottobre.

San Giovanni, la decisione di fondersi «Se la politica nazionale e regionale ha deciso di credere nelle accorpamenti, prima che venga imposto, preferisco scegliere di fondere i comuni seguendo un ragionamento socio-economico che porti benefici per il territorio». Così il sindaco di San Giovanni d’Asso Fabio Braconi che ha specificato: «La debolezza attuale dell’amministrazione, specie per un piccolo comune come San Giovanni d’Asso, è la molla principale di questo processo. Con la fusione – aggiunge il primo cittadino – si possono mantenere servizi importanti per la cittadinanza, quali trasporti e scuola».

Fusione Motalcino-San Giovanni d’Asso Il Comune ‘capoluogo’ sarà Montalcino ma San Giovanni d’Asso manterrà il suo municipio, «che rappresenti le istanze del territorio con una consulta eletta e nominata dal futuro consiglio comunale», conclude Braconi. Del resto, anche il primo cittadino di Montalcino, Silvio Franceschelli, aveva detto (sempre a La Nazione) che «per un territorio con una storia ed una rilevanza economica come il nostro è determinante mantenere la propria autonomia amministrativa senza essere costretti a dover entrare in contenitori, come sono le unioni dei comuni, non consoni per la nostra realtà; così facendo continueremo a mantenere il centro decisionale nel nostro comune senza doverlo conferire per legge a realtà esterne, in definitiva l’affermazione della nostra indipendenza a fronte di una deriva centralista». Entusiasta anche il commento del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino perché la fusione «sarà un’opportunità perchè la fusione porterebbe elementi interessanti. Ad iniziare dal mantenimento del nome Montalcino, molto importante dal punto di vista dell’immagine del Brunello. Inoltre ci sarebbero i vantaggi legati al connubio Brunello – tartufo per portare più turismo sul territorio tra l’autunno e l’inverno, da sempre un periodo di bassa stagione nella zona».

Montepulciano-Torrita, interviene il Psi Un altro fronte caldo sul capitolo fusioni, in provincia di Siena, è quello tra Montepulciano e Torrita. Dopo gli incontri promossi dal Pd, è intervenuto anche il Partito Socialista Italiano con una nota firmata da Paolo Malacarne, ex vice-sindaco e assessore del Comune di Torrita. «Occorre tenere conto anche del sentimento della gente e della storia che lega una comunità al suo territorio ed ai suoi simboli. Le grandi riforme non si fanno solo per calcolo economico ma occorre anche la partecipazione convinta della gente, che non è mossa solo dal calcolo economico», scrive Malacarne dando un ok di massima alla fusione, ma guardando pregi e difetti della decisione.

Il documento del Psi, firmato da Paolo Malacarne

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