Il Museo Civico di Siena

sienaSeguo da alcune settimane il cammino del progetto TuoMuseo di Fabio Viola e della sua squadra di lavoro.

Con grande interesse e sincera curiosità, perché si tratta di una piccola/grande rivoluzione nel mondo culturale del nostro Paese e soprattutto nel modo in cui ognuno di noi – turista o residente non importa – si pone di fronte alla visita di un museo, di una mostra, di un palazzo o di una chiesa.

Sulla brochure di presentazione del progetto (leggi) si entra subito nel vivo del problema, dicendo che il 70% dei visitatori pianifica online le proprie visite turistiche e culturali, il 70% si reca sul sito ufficiale della città o museo per approfondire cose viste dal vivo ed una larga parte dei nativi digitali indica come “noiose” le visite culturali. Dove per noiosa – almeno io – intendo una fruizione troppo passiva delle cose, senza informazioni adeguate e senza un coinvolgimento emotivo che vada al di là del proprio sguardo.

Ecco, la piattaforma TuoMuseo vuole rendere interattive, divertenti, utili sia per chi visita, sia per chi gestisce musei ed istituzioni culturali (un progetto pilota è in corso a Siena) queste esperienze, offrendo forme innovative di attrazione turistica ed incentivando così i flussi di visitatori.

In quale modo? Cito testualmente: «Chi lavora nel museo sceglie le opere e le descrive. Gli utenti osservano, si emozionano, raccontano e condividono con parole e immagini la propria esperienza. Dal confronto tra l’uno e gli altri nasce l’arricchimento reciproco, che trasmette conoscenza e valori, delinea nuovi modi di comprensione e comunicazione, segna la memoria… TuoMuseo, in più, incentiva l’esperienza partecipativa, personale e sociale, facendo uso della gamification: missioni, quiz, badge, punti, classifiche, premi, newsfeed. L’utente diventa così co-creatore dell’esperienza, selezionando obiettivi, condividendo le proprie emozioni, generando contenuti che, filtrati dai gestori, possono diventare fruibili da tutti»

Personalmente, non vedo l’ora di cominciare e di divertirmi, ma ci leggo in trasparenza anche un vero e proprio scontro di potere: a quanti amministratori pubblici, curatori di mostre e direttori di museo farà piacere che un semplice visitatore possa condividere sulla piattaforma la propria esperienza, inserire tags o emoticons, raccontare emozioni, fare giochi a premi e quindi incidere direttamente sui contenuti della pagina? Oppure, tutto ciò sarà vissuto come una attività che toglie loro una parte notevole di “controllo”?

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