Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna è intervenuto questa mattina al Quirinale, in occasione della Giornata della Memoria, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel suo discorso un excursus storico sulla presenza e sulla partecipazione degli ebrei nella storia d’Italia, dall’antisemitismo di fine ‘800 per arrivare ai giorni nostri passando inevitabilmente dalle vicende legate ai due conflitti mondiali. Parole, quelle di Gattegna, legate indissolubilmente anche ai 150 anni dell’Unità d’Italia ma non solo. Il ricordo anche di Primo Levi nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa e la condanna, ferma e chiara, dei negazionisti.
 
Contro ogni sopraffazione «Il Giorno della Memoria non è mai stato e non vogliamo che diventi mai una semplice commemorazione dei defunti, né vogliamo che appaia un evento dedicato esclusivamente alle vittime del popolo ebraico – ha sottolineato Renzo Gattegna -. Ferma restando la specificità della Shoah, che fu il tentativo di realizzare il genocidio perfetto, insuperato e insuperabile sia nella progettazione, che nella tecnica e nella sistematica violazione di qualsiasi diritto, questa deve essere l’occasione di una riflessione condivisa che abbracci anche tutte le altre vittime di quella tragedia: gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili fisici e mentali, le popolazioni rom e sinti. Vogliamo che da questa riflessione si possa trarre un insegnamento e un monito, che non sia rivolto solo al passato, ma che ci porti ad interrogarci ancora oggi, giorno dopo giorno, sulla solidità etica del nostro presente per costruire insieme un futuro di pace e di giustizia. Perché non può esserci pace senza giustizia».

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