PECCIOLI – Un’anonima collina adagiata in piena campagna nella quale si respira un’atmosfera che riporta un frammento di Valdera, nella zona di Ghizzano di Peccioli (Pisa), fino alle radici più antiche della storia.

Un racconto che si intreccia con la vita di tante persone, dai contadini ai nobili che, nel corso dei secoli, hanno lasciato le loro impronte sul territorio. Uno scavo archeologico partito nel 2004 e che, anno dopo anno, continua a disvelare sorprese: siamo nell’area archeologica di Santa Mustiola, una manciata di chilometri dal minuscolo borgo di Ghizzano, dove gli studiosi stanno ancora riportando alla luce storie che si stratificano nel trapassato remoto. Dall’era romana, con il ritrovamento di un’imponente cisterna, passando per l’epoca longobarda, quando la ‘collina delle meraviglie’ fu avamposto militare per la conquista di Volterra. Fino a tuffarci nel Medioevo, con la costruzione della chiesa dedicata a Santa Mustiola (santa venerata dai Longobardi) di cui sono emersi importanti resti, per squarciare infine il velo sulla scoperta più sensazionale: oltre 250 sepolture medievali rinvenute negli ultimi anni, una cinquantina quelle ritrovate da giugno scorso a oggi in questo piccolo crinale, molte delle quali ritrovate con corredi sontuosi e oggetti che fanno pensare a una sorta di ‘casta patrizia’ che scelse Santa Mustiola come sepoltura.

Ed il sito archeologico continua a sorprendere: gli scavi stanno portando alla luce una piccola fibbia di un corredo funerario che sembra essere fatta dalla stessa mano in grado di lavorare alle decorazioni in bronzo di una cintura medievale di un corredo funebre appartenuto a una giovane donna e rinvenuto nel 2014, insieme a un sepoltura multipla di tre fratellini, forse uccisi da un’epidemia. «Nell’area che è la fascia a nord, il lato opposto dell’insediamento longobardo, stiamo scavando due zone. E quella occidentale sembra essere caratterizzata da sepolture infantili, da bambini di pochi mesi di vita fino ai 10-12 anni – spiega Elisa Piludu, archeologa della Fondazione PeccioliPer che, dal 2004, segue gli scavi nella zona -. Questa è una concentrazione anomala. Di bambini ne abbiamo sempre trovati in tutta l’area, ma non così tanti e concentrati in uno spazio di due metri per due. Notiamo una particolare cura nella deposizione. Quelli piccolissimi di 1 mese o 2 mesi sono racchiusi da dei coppi o ne sono sormontati come a formare un piccolo sarcofago. In particolare ci ha colpito la sepoltura di quelli che ipotizziamo essere due fratellini: sono stati deposti insieme e senza che la sepoltura di uno andasse a danneggiare quella dell’altro». La particolarità di questa scoperta sta nel fatto che questa tomba multipla (due sepolture sono insieme a una terza posta a un livello leggermente inferiore) possa appartenere a tre componenti giovanissimi, due maschi e una femmina, della stessa famiglia. Probabilmente fratelli e sorella morti improvvisamente, forse a causa di un’epidemia. «Il fratello più grande aveva un piccolo bottone in bronzo e la sorella aveva questa fibbia tipicamente femminile come corredo. Una piccola fibbia che sembra fatta dalla stessa mano in grado di fabbricare la cintura di Isadora (rinvenuta nel 2014, ndr) – spiega ancora Piludu -. Ha delle foglioline decorative del bronzo identiche alla cintura esposta ora al museo. Si può ipotizzare che i fratellini fossero esponenti di famiglia molto importante. Tanto che, all’esterno del perimetro, c’è un piccolo segnacolo. Un piccolo cippo a far vedere che lì c’era quella sepoltura. E nessuno l’ha toccata».  La campagna di scavi, finanziata dal Comune di Peccioli, sarà raccontata il 26 luglio, a partire dalle 21, con una visita guidata le cui prenotazioni sono già sold out. Altri due appuntamenti (con prenotazione obbligatoria allo 0587/672158) sono previsti il 6 agosto e il 10 settembre e che rientrano nel calendario delle ‘Notti dell’Archeologia’, iniziativa regionale per la valorizzazione dei luoghi della cultura, a cui il Comune di Peccioli aderisce con la collaborazione della Fondazione PeccioliPer.

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