«Tutti possiamo essere dei buoni samaritani. Generosità non è ‘dare e avere’ ma è ‘condividere’. Cioè poter mettere a disposizione, del prossimo e di chi ha bisogno, una parte di se stessi e di quello che si ha in un percorso reciproco di crescita umana e solidale». Così il cosiddetto “Angelo invisibile di Milano”, con lo pseudonimo “Andrea”, è intervenuto telefonicamente alla 27esima edizione della Goccia d’Oro al merito della solidarietà, organizzata a Rapolano Terme dai volontari della Confraternita di Misericordia e del Gruppo Donatori di Sangue Fratres, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, e che nel 2017 ha avuto il tema “Vecchie e nuove povertà”. Presenti, alla cerimonia di premiazione che si è tenuta sabato 17 giugno al Teatro del Popolo di Rapolano, autorità civili, militari e religiose del territorio.

«La Goccia d’Oro – ha detto il vicesindaco di Rapolano Valentina Magi – rappresenta non solo la più grande e bella festa delle associazioni per il sociale del nostro territorio. E’ infatti un momento di grande e profonda riflessione che fa capire quanto il volontariato sia importante per affiancare anche le amministrazioni di fronte a nuove e crescenti emergenze sociali».

Oltre all’Angelo invisibile di Milano, la cui Goccia d’Oro è stata ritirata da suor Luisella Mosazzi, missionaria di uno dei tanti centri d’ascolto con cui “Andrea” collabora per intercettare i bisognosi del capoluogo lombardo, premiate anche “Medicina Solidale”, associazione di volontariato che a Roma, tramite il Papa e l’Elemosiniere del Vaticano, si prende cura dei poveri e dei senzatetto della capitale, e l’associazione “Vecchie e nuove povertà” che a Empoli raccoglie tutte le associazioni di volontariato della città nella lotta al bisogno e all’emarginazione.

Assegnate, come tradizione, due Gocce d’Oro ad altrettanti volontari rapolanesi, uno della Misericordia per sorteggio e un donatore di sangue in base al numero di donazioni, che per regolamento possono riceverle una sola volta nella vita: nel 2017 il riconoscimento è andato al soccoritore della Misericordia Fabio Di Renzone e al donatore Fratres Carlo Sonnimini.

Trattandosi di una giornata di riflessione su vecchie e nuove povertà non è mancata una parentesi dedicata a chi, a causa dei recenti terremoti, ha perso tutto e si trova adesso in un momento di grande bisogno. Isabella Di Chio, inviata di Tg1 ad Amatrice e nelle altre zone terremotate dell’Italia centrale ha raccontato la toccante esperienza di lavoro in quelle zone, facendo capire quanto è accaduto e sta ancora accadendo in Centro Italia con due testimoni dirette del sisma, le amatriciane Fernanda Ciancaglioni e Bianca Maria Classetti.

Infine, un’ultima targa di riconoscimento è andata anche a Don Silvano Pacini che, ad Arezzo, si occupa dei più bisognosi in collaborazione con le associazioni e i centri Caritas della città.

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