Sono circa 250 i dipendenti di Banca Monte dei Paschi di Siena che questa mattina hanno effettuato un presidio in piazza Salimbeni, davanti alla sede dell'istituto, in occasione dello sciopero nazionale indetto da tutte le sigle sindacali, contro i tagli previsti nel piano industriale 2012-2015 presentato dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola (leggi). Intorno alle 11 i segretari delle sigle sindacali sono stati convocati da Ilaria Dalla Riva, nuova responsabile delle risorse umane di Banca Mps che ieri si era detta disponibile al dialogo. Al termine dell'incontro Antonio Damiani, segretario Fisac-Cgil, ha sottolineato come : «Bisogna discutere su un piano industriale socialmente compatibile nell'interesse della Banca. I problemi vanno risolti con i lavoratori senza umiliarli. Questo incontro ha solo ripristinato la normalità dei rapporti tra azienda e lavoratori» (guarda).
 
Le ragioni della vertenza Un percorso di confronto che ripartirà nella prossima settimana con la convocazione da parte di Ilaria Dalla Riva delle sigle sindacali per un incontro sui dettagli del piano industriale e sui punti della vertenza: 4600 esuberi, esternalizzazione del back office con il coinvolgimento di 2300 persone, chiusura di 400 filiali, drastico abbattimento salariale, cessione di Consum.it, Leasing e Biverbanca, disdetta del contratto integrativo, individualizzazione del rapporto di lavoro.
 
No ad una trattativa calderone L'incontro con Dalla Riva si è svolto dopo che da questa mattina fischietti e urla accompagnavano la distribuzione di volantini alla popolazione.(guarda). «Non siamo disposti ad una trattativa calderone – ha aggiunto Damiani spiegando che anche stamani sono state ribadite le ragioni dello sciopero e della manifestazione -. Invitiamo l'azienda alla massima serietà nel rapporto con i lavoratori e con le sigle sindacali. Siamo interessati a confrontarci su progetti concreti e non sulle slides. Abbiamo ribadito la durezza della contrapposizione sulla disdetta del contratto integrativo, che non possiamo accettare. Da parte nostra c'è la volontà di ragionare sulla riduzione complessiva dei costi partendo però dalla regolamentazione degli stipendi del top management incompatibili con una Banca che ha chiesto il sostegno pubblico»
 
L’adesione allo sciopero Secondo le sigle sindacali l'adesione allo sciopero è calcolabile nell'85% di filiali chiuse in tutta Italia. Presidi sono stati in molte città italiane, compresa Roma, di fronte alla sede dell'Abi

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