Lo stadio di Empoli che porta il suo nome
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MONTELUPO FIORENTINO – A oltre ottant’anni dalla morte di Carlo Castellani, ex bomber di Empoli e Livorno, deportato e ucciso nel campo di concentramento di Gusen dal regime nazifascista, il Tribunale di Firenze ha riconosciuto ai familiari il risarcimento per il danno non patrimoniale subito.

La decisione, accolta con emozione dalla nipote Carla Castellani, rappresenta un importante passo verso la giustizia per le vittime delle deportazioni.

«Dopo ottant’anni dalla morte e oltre due anni e mezzo tra avvocati, Tribunali e una speranza che ormai sembrava sfumata, otteniamo finalmente un barlume di giustizia», ha commentato la nipote all’indomani della sentenza di primo grado. Oltre al valore economico, circa 400 mila euro, la famiglia sottolinea la portata morale della decisione: «La sentenza, anche se di primo grado, riconosce quella barbarie e le difficoltà che hanno vissuto i familiari. Una vittoria ottenuta dopo due anni e mezzo di attese e speranze che sembravano ormai vane».

La sentenza su Castellani arriva a pochi giorni di distanza da un altro pronunciamento favorevole, sempre dal Tribunale di Firenze, a favore dei familiari di Luigi Bardini, antifascista montelupino anch’egli deportato e ucciso in un campo di sterminio in Austria. «Proprio nell’ottantesimo anniversario della Liberazione dei lager di Mauthausen, Gusen, ed Ebensee, arriva questa seconda sentenza di primo grado a favore dei familiari di uno dei 23 deportati da Montelupo Fiorentino nel 1944, solo cinque dei quali riuscirono rocambolescamente a tornare a casa. La famiglia riesce finalmente ad avere una sentenza che condanna il crimine efferato subito ingiustamente contro i diritti inviolabili della persona: un segnale di giustizia dopo tanta sofferenza», hanno dichiarato il sindaco di Montelupo Simone Londi e l’assessore alla Memoria Lorenzo Nesi.

Carlo Castellani, nato a Fibbiana nel gennaio 1909, fu arrestato durante la cosiddetta “notte dell’odio” del 7 marzo 1944, quando le forze della Repubblica Sociale Italiana e i carabinieri rastrellarono con l’inganno i cittadini segnati da idee antifasciste. Deportato a Gusen, sottocampo di Mauthausen, vi morì l’11 agosto 1944, a soli 35 anni, lasciando due figli piccoli.

La famiglia Castellani, di idee socialiste, aveva già pagato un pesante tributo: le sorelle di Carlo, Giuseppina e Clara, erano morte giovanissime durante la pandemia di spagnola. Dopo la guerra, la memoria di Carlo è rimasta viva nella comunità di Montelupo Fiorentino e tra i tifosi di Empoli, che gli hanno intitolato lo stadio cittadino.

La sentenza del Tribunale di Firenze non cancella il dolore, ma rappresenta un riconoscimento ufficiale delle sofferenze subite e un monito contro l’oblio della memoria storica.

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