FIRENZE – Dopo il calo degli anni passati, nel corso del 2021 la filatura italiana sembra sperimentare un’inversione di tendenza: secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia il fatturato è stimato in recupero del +21,4%, arrivando sui 2.450 milioni di euro.

Tuttavia, rispetto ai livelli pre-Covid, il fatturato settoriale risulterebbe inferiore del -11,6%, ovvero di 320 milioni circa. L’export è previsto in crescita del +23,2%, l’import del +24,3%. Tali dinamiche porterebbero il fatturato estero settoriale a quota 800 milioni di euro, mentre contestualmente l’import dovrebbe salire a quasi 740 milioni circa. Sono questi i dati diffusi oggi da Pitti Immagine alla vigilia di Pitti Filati 90, dal 2 al 4 febbraio alla Stazione Leopolda con 80 aziende presenti (sette estere).

Anche il mercato interno è stato caratterizzato dal ritorno dell’interesse della clientela: in tal caso si prevede una crescita nell’ordine del +18,8%. Tutte le tipologie di filato hanno sperimentato dinamiche favorevoli delle vendite estere nei primi dieci mesi del 2021. Più in dettaglio, in ambito laniero le esportazioni di filati sia cardati sia pettinati presentano un incremento rispettivamente +24,3% e +18,3%, mentre i filati misti chimico-lana fanno registrare una variazione pari al +14,5%; la dinamica più intensa tra i lanieri interessa, invece, le vendite estere di filati per aguglieria, ovvero +33,9%. L’export di filati di cotone sperimenta un incremento pari al +39,4%, mentre quello di lino pari al +18,4%.

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