110122FurtodIdentitaOltre 1.100 casi per un importo medio pari a 12.485 euro. E’ la fotografia delle frodi creditizie in Toscana nel 2015 secondo l’Osservatorio realizzato da CRIF, sistemi di informazioni creditizie, di business information e soluzioni per la gestione del credito. Le frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità, con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, rappresentano un fenomeno criminale di dimensioni più che preoccupanti tanto che, si stima, che nel 2015 i casi verificatisi in Italia siano stati 25.300 e abbiano determinato una perdita economica superiore ai 172 milioni di euro, con una crescita dell’importo medio frodato.

Nel fiorentino il maggior numero di frodi In Toscana il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Firenze, con 300 casi e un importo medio frodato pari a 13.423 euro, seguita a distanza da Pisa, con 154 casi. La provincia di Firenze ha fatto segnare anche la crescita più consistente rispetto al 2014, con un +29,1%. Per quanto riguarda l’importo medio frodato, la provincia di Lucca ha fatto segnare il valore più elevato in regione, pari a 20.754 euro. «Oltre al fatto che le frodi rimangono un fenomeno che non conosce crisi, l’evidenza che emerge dall’analisi CRIF relativa all’anno 2015 è senza dubbio la fantasia dei criminali che, all’innalzarsi dei sistemi di sicurezza, rispondono cercando sempre nuovi modi per raggiungere i loro obiettivi – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea MisterCredit di CRIF –. Molti dei nostri dati personali sono accessibili sul web e i criminali possono trovarli facilmente, grazie ad attacchi informatici e furti di dati dai social network, sono infatti notizie recenti i furti di password degli account Twitter e LinkedIn. Con l’avvicinarsi dell’estate inoltre, si intensificano le truffe legate alle vacanze, con molte persone che rispondono ad annunci apparentemente vantaggiosi, fornendo persino copie dei propri documenti senza pensare che possano finire in mani truffaldine. Esiste poi il fenomeno del furto di identità riguardante cambiali e assegni emessi a nome altrui, commessi falsificando la firma di assegni smarriti o rubati al titolare, oppure aprendo un conto corrente a suo nome per emettere assegni. In entrambi i casi l’assegno che non può essere incassato viene protestato, con conseguenze pesanti per la vittima».

Upset man holding credit card with laptop on background

Il profilo delle vittime La distribuzione delle frodi a livello nazionale evidenzia come la maggioranza delle vittime, il 64,1% del totale per la precisione, siano uomini, con le donne che registrano una leggera diminuzione rispetto al 2014 (-4,7%). Osservando invece la distribuzione per classi di età, quella in cui si rileva il maggior numero di casi è risultata essere quella compresa tra i 41 e i 50 anni, con una quota del 27,9%; la fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento percentuale delle frodi è però quella degli over 50 (+15,1% rispetto all’anno precedente).

L’importo delle frodi L’Osservatorio CRIF mostra anche come nel 2015 il 32,8% dei casi di frodi abbia avuto un importo inferiore ai 1.500 euro. Al contempo, i casi di frode con importo compreso tra 3.000 e 5.000 euro hanno visto un incremento pari a +32,0% rispetto al 2014.

I tempi di scoperta A fronte di un fenomeno criminale che sembra non conoscere crisi, i tempi di scoperta si riducono, tanto che oltre la metà dei casi la frode viene scoperta entro 6 mesi. Rimane comunque un 16% dei casi in cui la scoperta avviene dopo più di 3 anni, con intuibili maggiori disagi per le vittime.

640x360Comportamenti più a rischio per i furti di identità Ad agevolare i furti di identità sono spesso comportamenti sbagliati come non denunciare tempestivamente lo smarrimento o il furto di un documento d’identità; fornire dati personali e di pagamento sul web senza aver prima verificato che il sito sia affidabile e che l’indirizzo inizi con “https”; usare password “deboli”, con meno di otto caratteri e senza cifre e simboli, non cambiarle spesso e usare la stessa per tutti i servizi online; utilizzare un computer con sistema operativo non aggiornato, non protetto da un antivirus e da un firewall; inviare le scansioni dei documenti di identità e il codice IBAN del conto corrente a soggetti che non riteniamo affidabili al 100%.; gettare documenti che contengono informazioni personali (come ad esempio gli estratti conto bancari) senza prima distruggerli.

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