crollo-fi1Cinque mesi e quattro fasi. Prevede questo il progetto di ripristino del Lungarno Torrigiani, flagellato lo scorso 25 maggio dallo smottamento del terreno che ha fatto seguito alla rottura della tubatura della rete idrica fiorentina. A fare ordine sulle tappe della ricostruzione è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella intervenendo in Consiglio comunale per relazionare sul crollo.  

La ricostruzione del Lungarno Torrigiani Si parte da una fase zero che consiste nella protezione del terreno sottostante la galleria Poggi, rimasta integra secondo i rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco già nel pomeriggio del 25, attraverso teli impermeabili. Si agirà, quindi, a stabilizzarlo con spritz-beton. «Una parte di questi lavori è già stata effettuata – ha garantito Nardella-. Domenica, mi sono recato sul posto come tutti i giorni da quando e’ avvenuta la frana, e posso dirvi che gli operai erano già a lavoro». Sempre in questa parte di terapia immediata, l’amministrazione pensa di regimare l’acqua meteorica tenendo nel cantiere delle pompe idrovore e installando il connesso generatore. Mentre, non è prevista l’implementazione di micro-pali e palancole. Piuttosto, si provvederà a liberare lo scavo dai residui da asfalto, lastricati in pietra ed elementi potenzialmente pericolanti. L’obiettivo è di formare una pista sicura per far intervenire i mezzi d’opera, a una quota di 3 metri, 3 metri e mezzo al di sotto della sede stradale, a quota dell’estradosso della galleria Poggi. L’obiettivo, inoltre, è di non creare fenomeni di instabilizzazione e a tal fine non verrà rimosso il rinfianco della galleria. Nello scavo verranno create delle apposite rampe d’accesso. Nella fase 1, invece, arriveranno i pali preceduti, eventualmente, da una maglia di micropali, che servirà da paratia al muro d’argine. Quest’ultimo si sta muovendo anche se non in misura preoccupante, di qualche millimetro al giorno, almeno finora. Nella fase 1B verra’ realizzato il cemento armato fino alla quota stradale, smontato il muro di argine, riempiendolo a tergo. Contestualmente dovranno essere riposizionati i sottoservizi, realizzati il sottofondo e il manto stradale, i marciapiedi. Sempre a questo punto si procederà al ripristino dell’illuminazione e si riaprira’ il tratto al traffico veicolare. Ultima tappa consisterà nella demolizione del muro fino alla quota dell’alveo, nello scavo per la costruzione della fondazione del muro e alla fine del suo rivestimento.

La tempistica Il sindaco Nardella tuttavia, ha voluto prendersi un certo margine di flessibilità, in quanto «queste ipotesi di ripristino sono tuttora in corso di definizione, considerato che soltanto seguendo via, via gli esami, le valutazioni dello stato dell’arte del cantiere si potranno definire nello specifico gli interventi da effettuare nel medio periodo».

I nodi con Publiacqua C’è un dettaglio inoltre nella controversa vicenda di Lungarno Torrigiani che rappresenta il vero dato di accusa del Comune di Firenze nei confronti di Publiacqua, azienda proprietaria del tubo rottosi nel sottosuolo. Nella cronologia degli eventi, che ha accompagnato lo sprofondamento del tratto di strada che corre verso Ponte Vecchio, illustrata da Dario Nardella all’assemblea cittadina c’è un orario preciso: le ore 7 del 25 maggio. In quell’orario l’ispettore della polizia municipale che aveva seguito le operazioni, durante la notte, e che era stato richiamato sul posto alle ore 6 dai Vigili del Fuoco prova a contattare il numero di reperibilità di Publiacqua: «La centrale operativa- ha spiegato il sindaco- in quel momento non e’ riuscita a contattare il numero delle emergenze di Publiacqua. Solo dopo le 7 viene rintracciato un addetto reperibile attraverso un numero di telefonia mobile, il quale informa che il personale non sarebbe potuto arrivare prima delle 8».

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