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SIENA – Una nuova visione per il complesso museale’, esalta Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta (Siena, 1410 – 1480), testimone del Rinascimento senese.

Consolida il nuovo percorso avviato dal presidente della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala Cristiano Leone.

«Con questa operazione, restituiamo un capitolo fondamentale della sua storia civile
e artistica – ha detto alla presentazione il sindaco Nicoletta Fabio -, riaffermando il
ruolo del complesso museale come cuore pulsante della città. Le opere del Vecchietta
raccontano una città che già nel Quattrocento metteva al centro la cura della
persona. Il Santa Maria , grazie al lavoro del presidente della Fondazione Antico
Ospedale Santa Maria della Scala Cristiano

Leone, dei membri della Fondazione, della direttrice Chiara Valdambrini, dello staff,
delle collaborazioni di valore, torna ad essere non solo luogo di memoria, ma di
conoscenza capace di parlare al mondo con la forza della sua storia e di una città che
cresce nella cultura come motore di coesione e sviluppo». «Il nuovo allestimento mette in
luce l’importanza del Vecchietta, figura cardine della Siena rinascimentale e della
sua produzione – ha continuato il presidente Leone -, anche restituisce un contesto
significativo all’Istituzione che ha rappresentato il suo principale. Si propone
una rigorosa ricostruzione filologica del rapporto tra le sue opere e gli ambienti storici
del complesso museale. L’intervento rappresenta il primo passo che porterà al
dispiegamento del master plan del Santa Maria della Scala: la fase iniziale, sviluppata
dallo Studio Librizzi sotto la guida del professor Luca Molinari, restituisce al
complesso la sua integrità storica e la sua forza simbolica, quella di un luogo capace di
unire conoscenza e responsabilità civile».

«L’operazione, complessa e proiettata nel passato, presente e futuro – ha detto la
direttrice del Santa Maria della Scala Chiara Valdambrini, moderatrice –, in una visione
integrata, è uno stimolo a visitare i luoghi dove il Vecchietta ha lasciato l’impronta».
Oggetto del primo intervento, dal 25 ottobre al 29 marzo 2026, spiegato da Giulio
Dalvit e Francesco Labrizzi, riguarda il Pellegrinaio: torna al centro della visita del
Museo, sgombrato da allestimenti invadenti e con il monumentale ciclo di affreschi che
narrano la sua storia. Poi, la Sagrestia Vecchia dove si trova l’Arliquiera. Si
inserisce in questa prima azione, il Cristo Redentore: statua bronzea nella chiesa della
Santissima Annunziata. Nel Passaggio e nella Cappella del Manto, in fase
progettuale, si ricompone un racconto parte della storia del complesso.
Promosso dal Comune di Siena, il progetto nasce da un’idea del presidente Cristiano Leone.

Il piano di allestimento è stato disegnato da Francesco Librizzi Studio;
curatela di Giulio Dalvit Associate Curator alla Frick Collection di New York. È stata
pubblicata la prima monografia critica ‘Vecchietta’, 1937, a cura di Giulio
Dalvit, in inglese e italiano: ripercorre la sua opera, in una prospettiva storiografica
aggiornata e internazionale. Il volume è edito da Paul Holberton Publishing di Londra,
collaborazione Frick Collection di New York, edizione in italiano contributo Fondazione
Antico Ospedale Santa Maria della Scala.

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