presentazione nuovo allenatore F.C. InterIl macinino dell’FC Internazionale funziona ancora… Pare ci sia finito dentro anche Mazzarri.

Niente di nuovo: da quelle parti si è soliti accogliere la gente come fosse Gesù Cristo, salvo stufarsi dopo un po’. In questo, l’ambiente nerazzurro è carrozzato bene. Arrivò Gigi Simoni, e dopo un anno (e una Uefa vinta) già piovevano fischi. Lippi durò quasi niente, Cuper che batteva la mano sul cuore era un “hombre vertical”: dopo una stagione era solo un ometto patetico.

Persino Mourinho ebbe i suoi grattacapi nell’anno del Triplete: a novembre si parlava di Laurent Blanc. Addirittura di Zenga, che in questi casi non manca mai, come la salvia sul pollo o il rosmarino sul maiale.

Arriverà Mancini, dicono. E anche Mancini quell’ambiente lo conosce bene. La conferenza stampa dopo Manchester, io me la ricordo benissimo. E ricordo un uomo spaesato e confuso pur avendo nel carniere due scudetti consecutivi. La settimana seguente un labiale di Ibrahimovic, dopo una sostituzione, fu inequivocabile: «spero ti cavi dalle palle prima possibile, brutto coglione…».  Detto in inglese (che Ibra padroneggia meglio), ma il senso era quello. Il club si guardò bene dal dispensare una multa, che invece ci sarebbe stata..

Mancini non ritroverà Ibrahimovic… Purtroppo, verrebbe da dire. Perché Mazzarri sarà pure un cialtrone, ma a me sembra che all’Inter manchi proprio gente come quella. Che la voglia di vincere, la determinazione, la grinta, lo sputare sangue è una prerogativa che un allenatore non te la può dare ,come il proverbiale coraggio di Don Abbondio. E se tu costruisci una squadra di omarini e cicisbei, puoi vincere con il Chievo o il Cesena, ma fatichi con Atalanta e Udinese e becchi regolarmente con Juve e Roma. E San Siro si stufa presto.

L’Inter mi ha dato quest’impressione, ultimamente: tanti giocatorini buoni per l’uncinetto, ma nessuno con la spina dorsale al proprio posto. E il sangue nelle vene. Kovacic, Nagatomo, il Profeta, Ranocchia, Palacio, Icardi (che è il migliore), Kuzmanovic secondo me non reggono un tackle con Benetti nemmeno adesso. Medel ha giocato bene due partite, Vidic (che ricordavo fiammeggiante nelle aree inglesi) deve aver mandato il cugino scarso.

In più, e giova ricordarlo sempre,  un allenatore lo fa sempre la società. E questo vale per Ernst Happel, per Rinus Michels, per Sacchi e per Capello, per Ancelotti e per il Baroni del Ponte d’Arbia.

Senza quella che ti spalleggia, che ti rende forte e invulnerabile  in quelle tane di lupi che sono gli spogliatoi attuali (posto pieno zeppo di milionari, si lamentava già Nereo Rocco), vai in tilt al primo passaggio sbagliato. Se a questo si aggiunge un pubblico che non ti perdona niente, il piatto è servito, e tanti saluti a Walter Bellicapelli, che non ride mai, dà sempre la colpa a qualcun altro e rimane simpatico come le coliche renali di notte.

Si consoli, Mazzarri. Il Mar Tirreno ha un suo fascino anche d’inverno, soprattutto con un biennale da tre milioni garantiti. E magari segua l’esempio di Delio Rossi che in virtù di un contratto triennale stipulato a suo tempo,  ne prende uno e mezzo per guardare la tv e giocare a scala 40 al bar sotto casa.

Evitando, quando rientrerà in gioco, quelle frasi tipo “nel calcio ci vuole voglia di competere”, “accettare nuove sfide” e “mettersi sempre in discussione”.

Per il resto, saranno felici i giornali… Che solo aspettare Italia-Croazia non era proprio il caso.

Articolo precedente“Aggiungi un posto a tavola” ai Rinnovati, commedia in scena a Siena fino al 16 novembre
Articolo successivoAllerta meteo sulla Toscana, Carrione sorvegliato speciale