«I sindaci sono ufficiali di governo, hanno funzioni istituzionali ed è bene che non dimentichino mai che portano la fascia tricolore e lavorano per il Paese». «Il ministro stia tranquillo, non ha nulla di che preoccuparsi. Ci comporteremo come sempre da istituzioni responsabili». Questo il botta e risposta tra ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri e Anci sull’Imu e sulle iniziative di protesta proposte dai sindaci italiani.
 
La stoccata del ministro «Quella dell'Imu – aveva detto in mattinata il ministro Cancellieri è una problematica molto delicata perché tocca le persone e tutto quello che è attenzione al sociale, ai bisogni della gente, va benissimo, ma non dimentichiamo che i sindaci sono un'istituzione, comprendo le difficoltà, però il senso dello Stato non deve mai venire meno. I sindaci siano responsabili».

La risposta piccata «Il ministro Cancellieri non ha nulla di cui preoccuparsi: concordiamo con lei e ci comporteremo come sempre da istituzioni responsabili. Vorremmo però che non ci si ricordasse dei Comuni solo quando c’è da sedare il malcontento o da applicare nuovi tagli e nuove tasse». Lo ha affermato il presidente dell’Anci, Graziano Delrio in apertura della conferenza stampa convocata per presentare le iniziative di protesta contro l’Imu. «I sindaci e tutto l’ufficio di presidenza dell’Anci  – ha chiarito Delrio – non hanno mai parlato di disobbedienza fiscale, ma chiedono una modifica veloce e chiara del regime di tassazione degli immobili».

La tassa della discordia «L’imposta sugli immobili scaturita dalle misure del governo – fa notare Delrio – non è affatto un’imposta municipale: se così fosse potrebbe diminuire già oggi del 50%. Ma è invece un’imposta statale – spiega – innanzitutto perché ai Comuni non viene data autonomia nella sua applicazione, generando forti rigidità e pesanti conseguenze per i cittadini più svantaggiati sui territori». In secondo luogo perché «sebbene il gettito complessivo dell’imposta sia stimato intorno ai 21,4 miliardi, di questi gran parte andranno allo Stato, anche sotto forma di tagli ai trasferimenti. Il risultato – prosegue Delrio – è che se l’anno scorso la vecchia Ici ha portato nelle casse dei Comuni 9,2 miliardi, quest’anno perderemo il 27% di quella cifra, al netto di tagli e quota statale dell’Imu. Per i cittadini, invece, la pressione fiscale sugli immobili aumenterà del 133%. Avremo insomma Comuni ancora più poveri e cittadini più tassati».

La campagna di mobilitazione Da oggi e fino al prossimo 24 maggio, data in cui è prevista una manifestazione di tutti i sindaci a Venezia, l’Anci lancia la campagna nazionale. "Cara Cittadina, Caro Cittadino, l'Imu non portera' risorse aggiuntive nel bilancio del Tuo comune, anzi i Comuni, tenuto conto dei tagli alle risorse, avranno nel loro bilancio solo il 73% del gettito della vecchia Ici, nonostante il prelievo immobiliare ammonti a oltre il doppio (233% rispetto all'Ici 2011)". Inizia così la lettera aperta scritta da Delrio, per informare i contribuenti su alcuni passaggi chiave della disciplina Imu. “Una buona parte del gettito – si legge nella missiva – e' riservata allo Stato (oltre il 40% del totale previsto con l'applicazione delle aliquote di base indicate dalla legge) e inoltre i comuni non possono ricevere piu' della vecchia Ici attraverso forme di compensazione con i trasferimenti statali". I Comuni, spiega l'Associazione, "sono dunque costretti a richiedere ai propri cittadini un'imposta di molto superiore all'Ici, per sostenere il deficit pubblico in generale e senza che cio' comporti un centesimo in piu' per le proprie risorse". Inoltre, si sottolinea, "i governi attuale e precedente hanno deciso ulteriori tagli di bilanci dei Comuni che nel solo 2012 e' pari ad una riduzione del 18% delle risorse trasferite". L'Anci si dice poi consapevole "della grave crisi che il Paese sta attraversando", ma spiega che "i Comuni italiani, diversamente da altre pubbliche amministrazioni, hanno gia' dato un grande apporto al contenimento del debito, risultando negli ultimi dieci anni il settore pubblico piu' efficiente e meno 'sprecone'". I maggiori prelievi saranno attuati "per sostenere servizi pubblici essenziali nella vita delle comunità locali, dagli asili nido alle scuole materne, dalle mense scolastiche ai trasporti pubblici, ai servizi per gli anziani”.
 

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