polo nauticoAree demaniali e Polo Nautico di Viareggio. Si cerca ancora una rotta. Per questo la Fiom Cgil ha organizzato un incontro pubblico (nella sua sede viareggina, sabato 7 maggio alle 10), per discutere sul futuro dei lavoratori. All’incontro sono stati invitati i consiglieri comunali, provinciale e regionali. «Per ora non c’è stata una grande risposta dai vari consiglieri – commenta Mauro Rossi, segretario provinciale della Fiom – Vediamo quanti saremo, a quanti sta veramente a cuore il futuro di questi lavoratori».

La vicenda Ma facciamo un passo indietro per capire cosa sta succedendo a Viareggio, in un’area che dovrebbe essere strategica ma che, in realtà, sta vivendo un momento difficile, con un centinaio di lavoratori che rischiano di rimanere a casa. Nel 2000 il tribunale di Lucca dichiarò il fallimento della Sec, Società Esercizio Cantieri, uno degli ultimi e più importanti cantieri privati toscani nel settore della navalmeccanica. Con delibera numero 34/2002, il Consiglio comunale di Viareggio deliberò la riconversione di quell’area, affidandola  in concessione unica a “Polo Nautico”, un consorzio di aziende, ognuna delle quali avrebbe utilizzato uno dei capannoni all’interno dell’area. «Fu un’operazione che anche noi sindacati appoggiamo, ovviamente – dichiara Mauro Rossi – Soprattutto perché alla base degli accordi stipulati a suo tempo tra Comune, sindacati e Polo Nautico, spiccava l’obbligo che questo non scendesse mai sotto i 92 lavoratori. Ad oggi sa quante persone sono impiegate? Una trentina».

Mauro Rossi, Fiom Cgil
Mauro Rossi, Fiom Cgil

La crisi Il motivo di questa “emorragia”di lavoratori ha varie cause: dalla crisi economica generale che ha investito il Paese a quella più specifica del settore dei cantieri. Dal 2008, quindi, è cominciata la discesa. «Oggi, degli otto capannoni presenti, solo tre stanno lavorando. Gli altri sono fermi o utilizzati come deposito di imbarcazioni – continua Rossi – A fronte di questa situazione, si è fatta sempre più forte la spinta delle singole aziende appartenenti al Consorzio, a chiedere di frazionare le concessioni, facendo subentrare nuovi soggetti. E’ quello che è successo con un imprenditore della zona, Giuseppe Balducci (CNV). Lo scorso 21 aprile l’Autorità Portuale, composta da Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio, ha dato il via a questo primo frazionamento che secondo noi è un segnale negativo e può creare conseguenze pesanti».

L’appello Il timore dei sindacati è che se si entra nel meccanismo del frazionamento, l’area del Polo nautico rischia di diventare uno “spezzatino” di capannoni appartenenti ad aziende diverse e questo non consentirà di ottenere commesse di una certa importanza. «Il mercato mondiale infatti è sempre più orientato alle grandi imbarcazioni ma il nostro Polo non avrà più la struttura adatta per rispondere a queste esigenze, perché gli spazi saranno troppi piccoli, proprio perché frazionati. Per questo parliamo di speculazione immobiliare – insiste Rossi –  E intanto i lavoratori rischiano sempre di più il posto. L’amministratore delegato del Polo Nautico ci ha annunciato il licenziamento di 15 dipendenti del Polo, a cui vanno aggiunti altri 13 della Fipa Immobiliare, un cantiere molto importante. Poi, a settembre, saranno mandati via altri 53 lavoratori. Uno stillicidio di posti che dobbiamo fermare». Il futuro del Polo Nautico, a questo punto, passa soprattutto dal Piano Industriale che lo stesso Polo, insieme al nuovo entrato Giuseppe Balducci, ha presentato. Obiettivi, risorse, progetti. I sindacati chiedono chiarezza su questi aspetti visto che è in ballo il futuro di un settore strategico per Viareggio e di tanti lavoratori. Domattina, sottoporranno le loro richieste, e i loro timori, ai consiglieri comunali, provinciali e regionali.

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