di Marco Buselli

Un appello per salvare e rilanciare la ferrovia Cecina – Saline di Volterra. A lanciarlo tre professori delle Università di Siena, Pisa e Firenze. Stefano Maggi, dell’ateneo senese, ha condiviso infatti con i colleghi Tommaso Luzzati dell’Università di Pisa e Francesco Alberti, dell’Università di Firenze. Uno storico, un economista e un urbanista (a cui si sono aggiunti altri due docenti dell’ateneo pisano Marco Antonelli, professore di Macchine a Fluido, e Alga Danila Foschi, docente esterno di Economia dei Trasporti) sposano quindi la stessa visione, che si innesta sugli esiti dello studio realizzato a seguito di un protocollo fra 14 Comuni, Cassa di Risparmio di Volterra e Fondazione, proprio da Maggi qualche anno fa. I contenuti furono ripresi anche negli strumenti di governo territoriale regionale, ma questo non ha impedito di arrivare a sopprimere poi il treno, considerato alla stregua di un ramo secco.

Territorio a rischio isolamento Maggi spiega che nella loro cosiddetta “terza missione” di docenti universitari, hanno il dovere di essere parte attiva nel tentativo di salvare un’infrastruttura che rappresenta un vero e proprio “bene comune”. Un patrimonio di tutti, che rischia di vedere il definitivo abbandono, in gran parte per mancata conoscenza delle cose positive che si stanno realizzando altrove. Con questo abbandono, come ha di recente evidenziato anche il sindaco di Castelnuovo Val di Cecina, il territorio, già fortemente penalizzato dal punto di vista infrastrutturale, rischia di rimanere ancora più isolato. «L’appello – spiega il docente dell’Università di Siena – è aperto alla partecipazione di altre persone e in particolare gli insegnanti, se vogliono lavorare a un progetto di “mobilità sostenibile”, coinvolgendo i giovani, i quali hanno diritto a vivere in un mondo migliore e in modo sostenibile, visto che la nostra generazione sta lasciando tante “macerie ambientali».

Incontro online Il primo banco di prova, sarà proprio l’incontro organizzato da SOS Volterra e Pro loco Saline di Volterra nelle prossime settimane (in modalità online e in diretta su Facebook in ottemperanza alle nuove disposizioni del Dpcm). La battaglia per il ripristino del treno sulla tratta Cecina – Saline di Volterra, continua e stavolta il problema vede insieme, cosa non comune, docenti di varia estrazione delle Università di Pisa, Siena e Firenze.

L’appello «Il 13 settembre 2020, alla riapertura delle scuole, il treno non è tornato sui 30 km da Cecina a Saline di Volterra – si legge nel testo – . Da anni, la ferrovia era aperta soltanto nei giorni scolastici con 4 coppie di treni al giorno.Eppure questa linea ferroviaria, nota come “ferrovia letteraria” per i romanzi di Carlo Cassola, ha grandi potenzialità di sviluppo sia per il trasporto, sia per il territorio nel suo complesso. Il treno è prezioso per i pendolari che vanno a Volterra, a Cecina o a Pisa, ma importante anche per gli altri abitanti e i turisti, consentendo di viaggiare in sicurezza e comodamente. Una valutazione fondata sulla base dei costi aziendali del treno è controproducente a livello di territorio complessivo poiché dimentica i gravi costi sociali del trasporto su gomma – in primis inquinamento e incidenti stradali. Il treno è un veicolo di diffusione della mobilità sostenibile, specie se raccordato al trasporto in bicicletta, e deve diventare di nuovo la spina dorsale dei servizi di trasporto in Val di Cecina. Occorre con urgenza un progetto complessivo, da attuare certo per fasi, in cui l’apporto dell’autobus giochi un ruolo complementare divenendo integrato quanto a orari e tariffe. In questa zona, trova applicazione uno dei “progetti di paesaggio” della Regione Toscana, ma rischia di essere inapplicabile se la ferrovia rimane chiusa. I sottoscritti docenti universitari delle Università di Pisa, Firenze e Siena, rivolgono un appello alle istituzioni per salvare e rilanciare la ferrovia. L’appello è aperto a tutti i colleghi docenti universitari e insegnanti di ogni ordine e grado, che possono unirsi a noi, per creare un progetto pilota di rilancio della ferrovia secondo le buone pratiche esistenti in Italia e in Europa, e un progetto “educazione alla mobilità sostenibile».

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