Nell'industria agroalimentare italiana ci sono sprechi immensi, 6 milioni di tonnellate di prodotti alimentari di cui 3 milioni ancora fruibili e recuperabili. Solo in Toscana, nel 2013, 101300 persone sono state assistite dal banco alimentare, tra cui oltre 10 mila bambini sotto i 5 anni, che fanno capo a 560 strutture caritatevoli a cui vengono distribuiti i prodotti recuperati allo spreco.
E’ impietoso, ma specchio dei tempi che corrono, il quadro che emerge dai dati del Banco alimentare della Toscana presentati a Firenze e secondo cui «c'e' un'emergenza alimentare che è troppo spesso sottovalutata». Del resto, sempre quanto mostrano i dati il cibo raccolto sembra davvero non essere mai sufficiente nonostante superi, annualmente, le 3100 tonnellate. Per questo emerge sempre più l’esigenza di "una sana alleanza tra pubbliche amministrazioni, mondo del profit e non profit, per poter uscire da questa emergenza, e servono leggi per il disincentivo allo spreco di cibo".

Come funzione il banco Il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi. Sono centinaia i soggetti della filiera agroalimentare che donano le proprie eccedenze alla Rete Banco Alimentare trasformando le eccedenze in risorse. La diversità dei prodotti donati consente di garantire il più possibile un equilibrio nutrizionale a beneficio di quanti usufruiscono di un aiuto alimentare. La rete recupera i prodotti alimentari attraverso quattro principali fonti di approvvigionamento che donano le proprie eccedenze l’Unione Europea, l’industria alimentare, la Grande Distribuzione Organizzata, la ristorazione collettiva. Il Banco Alimentare assiste gratuitamente 8.818 strutture caritative distribuite su tutto il territorio nazionale. La loro attività raggiunge un totale di 1.799.506 persone bisognose. Per poter ricevere gli alimenti, donati in forma completamente gratuita, le strutture caritative devono stipulare una convenzione direttamente con ciascuna Organizzazione Banco Alimentare territoriale da cui riceveranno periodicamente i prodotti alimentari. La convenzione implica l’impegno da parte delle strutture caritative ad utilizzare i prodotti ricevuti esclusivamente a favore di persone bisognose e richiede la disponibilità a visite periodiche da parte di responsabili della Rete Banco Alimentare che verificano innanzitutto l’effettiva attività di assistenza svolta, la gestione trasparente delle quantità ricevute e delle scorte e il rispetto delle norme igienico sanitarie nel trattamento degli alimenti.

Enti e istituzioni a confronto Tra gli intervenuti al convengo anche il presidente di Ente Cassa di Risparmio di Firenze Giampiero Maracchi secondo cui «quella del Banco alimentare è una risposta che tiene conto dell'umanità di una impresa. Il Banco ci insegna a non sprecare il cibo, a recuperare le risorse. E lo fa grazie anche al grande lavoro del volontariato, che in Italia ed in Toscana in particolar modo, continua ad essere una straordinaria eccellenza». Per il presidente del Cesvot Federico Gelli «farsi carico dell'emergenza alimentare è questione che non deve riguardare soltanto il mondo del volontariato, serve l'impegno da parte di tutti. Dalle istituzioni, nella capacità di investire in un percorso di partecipazione e condivisione nell'affrontare l'emergenza, al privato che deve essere messo in condizione di poter offrire in modo sistematico ciò che altrimenti andrebbe sprecato». Il neo vicepresidente della Toscana, con delega al welfare e alla sua prima uscita pubblica, Stefania Saccardi ha ricordato che «i progetti sui quali ho lavorato in questi anni al Comune di Firenze sono quelli che porterò avanti ed amplierò nel mio nuovo incarico in Regione. Non riuscire a recuperare il cibo e' un atto di immoralità che non possiamo e non dobbiamo permetterci».

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