FIRENZE – I protocolli e gli accordi per prevenire e combattere la violenza contro le donne si concentrano soprattutto a livello comunale (26,3%), seguito dagli ambiti sociali (23,5%) e dalle aree metropolitane o provinciali (22,7%).
È quanto rivela il report Istat pubblicato oggi, che mappa una geografia territoriale variegata delle iniziative in Italia.
Al Nord, oltre il 70% dei protocolli riguarda aree metropolitane o provinciali, contro solo il 15% al Sud. L’ambito comunale domina invece con il 50,7% al Nord, il 32,8% al Centro e l’11,4% al Sud, evidenziando una presenza più diffusa ma meno specializzata negli ambiti territoriali meridionali.
Toscana in evidenza: il 66,7% sui territori metropolitani
Tra le regioni che privilegiano il modello delle “aree metropolitane/provinciali” – caratterizzato da un coordinamento territoriale ampio – spicca la Toscana con il 66,7% dei protocolli. Questo approccio la colloca al vertice nazionale, accanto a Emilia-Romagna (61,1%), Lazio (13,7%) e Veneto (28,6%). In Toscana, tale prevalenza riflette una strategia integrata per coprire province e aree urbane estese, come Firenze e altre zone chiave, favorendo reti più efficaci contro la violenza di genere.
Al contrario, il “modello comunale dominante” prevale in Lombardia (100% dei casi), Abruzzo (53,8%) e Lazio (22,4%). Regioni come Veneto (77,8%) e Piemonte (27,3%) integrano fortemente strutture socio-sanitarie, mentre il Lazio conta 46 protocolli su 95 negli ambiti sociali e socio-sanitari.
In Sardegna e Basilicata i protocolli assumono la forma di accordi quadro regionali, orientati a interventi locali. Solo Piemonte e Puglia combinano oltre quattro ambiti territoriali, mentre sei regioni su 20 ne registrano uno solo.
Quasi tutti gli strumenti (190 protocolli d’intesa, 26 accordi, 21 convenzioni e 14 “altri”, come forum permanenti o atti normativi) prevedono monitoraggio, con referenti per organismo.







