Un avanzo di 357.787.450 euro nonostante la crisi. Si chiude così il bilancio 2011 di Inarcassa, la Cassa di previdenza privata di oltre 160.000 ingegneri e architetti liberi professionisti. Ad approvarlo, questa mattina, il Comitato nazionale dei delegati della Cassa.

I numeri del bilancio A determinare il risultato è stato sostanzialmente il margine della gestione caratteristica, rappresentato dalla differenza tra entrate contributive e prestazioni istituzionali, che si è attestato a 376.462.000 euro, riallineandosi, dopo la flessione del 2010, con i risultati degli anni precedenti. Tale margine è stato guidato dalle entrate contributive, che nel 2011 hanno registrato una crescita rispetto al 2010 (+12,4%), dovuta in sostanza all’incremento dell’aliquota del contributo soggettivo sostenuto dagli associati (dal 10% all’11,5%) e all’andamento positivo delle iscrizioni, nonostante la crisi abbia inciso significativamente sul reddito medio di entrambe le categorie professionali. Le uscite previdenziali, anch’esse in crescita rispetto al 2010 (+12,4%), confermano i valori tendenziali previsti nel Bilancio Tecnico.

Smaterializzazione documentale Effetti positivi, in termini economici, sono derivati dalle azioni poste in essere per il contenimento dei costi di gestione. Molteplici le iniziative intraprese, orientate all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e al recupero dei costi. Si citano ad esempio, in tema di “smaterializzazione documentale”, la dichiarazione telematica obbligatoria e l’incremento dell’utilizzo del canale internet per l’invio della posta.

L’incidenza del decreto “Salva Italia” La gestione finanziaria ha prodotto proventi netti per 94.257.868 euro, dato sostanzialmente in linea con il 2010 e significativamente superiore alle stime di budget. Il “confronto con il mercato”, imposto dai principi di redazione del bilancio, ha determinato poste valutative che hanno inciso negativamente sul risultato finale, determinando un rendimento contabile lordo prossimo allo zero e comunque allineato con i benchmark di riferimento del portafoglio. «Nonostante ciò – sottolinea Paola Muratorio, presidente di Inarcassa -, è da evidenziare come la solida struttura del portafoglio abbia consentito, in un anno molto difficile, di proteggere il patrimonio, contenendo gli effetti dell’erosione delle redditività senza intaccarlo». Il risultato economico si inserisce in un anno di importanti cambiamenti normativi. Il Decreto “Salva Italia”, emanato dal Governo Monti, ha modificato in profondità, come mai prima era successo, lo scenario previdenziale e le prospettive future delle Casse private. Tutto ciò in concomitanza con la  peggiore crisi economico-finanziaria – per intensità e durata – dal primo dopoguerra ad oggi.

Sostenibilità a 50 anni I parametri di riferimento per la verifica della sostenibilità delle Casse sono stati pesantemente modificati. L’equilibrio delle gestioni è stato ricondotto a quello del solo “saldo previdenziale” in luogo del  “saldo totale”, escludendo i rendimenti del patrimonio. Inoltre l’arco temporale di riferimento è passato dai trenta a cinquant’anni. L’inasprimento dei vincoli imposti dal decreto e i tempi fortemente ridotti imposti per la definizione del nuovo assetto regolamentare indicano chiaramente la volontà di imprimere una correzione strutturale al sistema delle Casse, accelerando la conversione dei meccanismi di calcolo pensionistici verso il metodo contributivo utilizzato dal sistema pubblico. Dopo aver verificato l’insostenibilità del metodo retributivo a fronte delle modifiche normative intervenute,  Inarcassa ha scelto di non subire passivamente l’imposizione. In tal senso sta definendo il “proprio” passaggio al sistema contributivo, corredato da un adeguato metodo di calcolo pro-rata, per salvaguardare i diritti acquisiti ed accompagnare il passaggio al nuovo regime previdenziale.

Ora risposte dal Governo «E’ fondamentale però – conclude Muratorio – rilanciare il mercato del lavoro. Senza reddito non può esserci previdenza. Dal Governo, come ricordato più volte, ci aspettiamo che metta in campo risorse e manovre adeguate per le infrastrutture che possano far girare l’economia italiana. Su questo fronte Inarcassa è disponibile a collaborare e contribuire alla modernizzazione e crescita del Paese».

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