Non ci sono idrocarburi totali e al momento è escluso il rischio inquinamento delle acque dell’isola del Giglio a seguito del naufragio della Costa Concordia. Lo dichiara l’Arpat che sta collaborando con la Capitaneria di Porto e le altre autorità sul campo per fornire il proprio supporto tecnico per gli aspetti ambientali.
 
I rilievi Nella mattinata di martedì 19 gennaio operatori del Dipartimento ARPAT di Grosseto hanno effettuato un sopralluogo a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera nei pressi del relitto della nave per prelevare campioni di acqua al fine di ricercare l'eventuale presenza di idrocarburi.
Durante l'avvicinamento al relitto della nave, gli operatori ARPAT visivamente non hanno riscontrato sulla superficie del mare chiazza di idrocarburi od altre sostanze oleose.
 
I campionamenti di acqua marina Dopo aver effettuato un'ispezione visiva nei pressi del relitto, sono stati effettuati 5 campionamenti di acqua di mare uno circa a centro nave a dritta della medesima, gli altri tre rispettivamente a prua, al centro e l'ultimo a poppa sul lato sinistro della nave. Il quinto campionamento è stato effettuato al largo, ad un miglio di distanza circa dal relitto. I campioni prelevati sono stati inviati al Laboratorio ARPAT di Area Vasta di Siena, dove saranno effettuate tutte le analisi relative alla vicenda. Ieri all'isola del Giglio si è recato anche il battello oceanografico ARPAT "Poseidon" che ha effettuato ulteriori campionamenti nelle acque dell'Isola del Giglio.

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