Sala operatoria chirurgia trapianti rene (1)È stata una «catena di Sant’Antonio» di trapianti incrociati quella che ha permesso di salvare quattro pazienti. Ad iniziarla, ha spiegato il ministro Beatrice Lorenzin in una conferenza stampa, è stata una donatrice ‘samaritana’ lombarda di 60 anni, non legata affettivamente a nessuno dei pazienti, che ha deciso spontaneamente di offrire un rene. La catena d’interventi, durata 33 ore, ha interessato 55 persone tra medici, infermieri, rianimatori, operatori della Polizia di Stato, che hanno trasportato gli organi con la Lamborghini in dotazione.

La catena dei trapianti Il rene del donatore samaritano, una donna, è andato a Pisa, mentre un congiunto del paziente pisano ha donato un proprio rene ad un paziente compatibile nella stessa città. A sua volta il secondo donatore pisano, congiunto del paziente, ha donato un proprio rene alla struttura di Siena, e a sua volta un donatoresenese ha dato un rene ad una struttura di Bergamo, che è stato usato per un paziente in lista d’attesa. «Sono tutte coppie in cui c’era un donatore e un ricevente ma non compatibili tra loro, succede nel 15% dei casi – ha spiegato il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa -, il donatore samaritano scardina questo problema. Abbiamo un altro donatore samaritano, altri sono in studio, speriamo di farne altri».

Donazioni in Toscana Il trapianto incrociato ha preso il via il 5 luglio da Milano per terminare il giorno successivo a Bergamo ma ha visto come snodi centrali gli ospedali di Pisa e Siena. Due trapianti e due prelievi sono stati fatti all’ospedale Cisanello, Aou pisana, un trapianto e un prelievo alle Scotte, Aou senese. «È davvero molto bello che la Toscana abbia partecipato a questa catena di generosità e solidarietà, che è servita a salvare la vita a tante persone», commenta l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Stefania Saccardi, che poi rivolge il proprio ringraziamento «alla signora che con il suo gesto altruista e disinteressato ha innescato questa catena, a quanti hanno donato il proprio rene e a tutte le équipe che con il loro lavoro e la loro professionalità, hanno reso possibile questo evento straordinario». A Pisa è arrivato il rene di una donatrice samaritana lombarda e proprio all’ospedale Cisanello sono stati eseguiti 2 trapianti e due prelievi di rene da donatore vivente con tecnica laparoscopica pura, che hanno richiesto l’impiego di 4 sale operatorie in contemporanea, dalle 10 del mattino alle 20 della sera. Il rene del secondo donatore è stato trasportato a Siena per essere trapiantato su un paziente in lista di attesa da 3 anni ed in dialisi da 7. A chiudere la catena samaritana è stata la donazione da parte della moglie il cui rene è stato trapiantato in un paziente a Bergamo.

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