La crisi si fa sentire sulle tasche dei toscani che rinunciano a qualche piccolo piacere quotidiano. A rivelarlo è un’indagine realizzata dal Centro studi turistici di Firenze, per conto di Fiepet-Confesercenti Toscana, sui comportamenti di consumo dei toscani presso i pubblici esercizi che rivela che un toscano su dieci ha ridotto i consumi al bar, e il 27,4% ha risparmiato sui consumi della ristorazione.


I numeri – Rispetto allo scorso anno il 9,7% del campione ha segnalato una riduzione generale della frequenza e dei consumi al bar: la maggior propensione al risparmio e’ appannaggio delle fasce di età incluse tra i 26 e i 45 anni delle fasce di reddito medio-basse. Il 50% dei clienti dei bar vi fa colazione, mentre meno gettonati sono aperitivi (16,6%) e dopocena (9,3%). Per quanto riguarda la ristorazione, i toscani che nell’ultimo mese hanno pranzato abitualmente fuori casa sono il 19,3% del campione, contro il 52,0% di consumi occasionali e il 22,7% che non ha fatto ricorso ai servizi della ristorazione: il 27,4% di coloro che frequentano ristoranti e pizzerie hanno dichiarato una riduzione della spesa. Il 25,8% del campione toscano consuma abitualmente un pranzo nella pausa lavoro e spende in media 8,2 euro. Dall’analisi, afferma il Centro studi turistici, emerge ”una propensione al risparmio per i consumi alimentari fuori casa ed una ricerca dei locali meno costosi”, ma la contrazione della spesa ”sarà probabilmente più attenuata laddove si saprà presentare la qualità dei prodotti, proposte tematiche e un’offerta di intrattenimento”. Per cui, afferma la ricerca, ”e’ probabile che aumenterà la frammentazione dell’offerta: da un lato la ristorazione di eccellenza e dall’altro un ampio mercato basato sulle formule low cost con una standardizzazione dei propri menu. Probabilmente anche i bar perderanno alcuni aspetti della tradizione, aggiungendo una serie di servizi diversi da quelli della somministrazione di alimenti e bevande”.


Firenze

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