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SIENA – “Viviamo in uno stato di guerra guerreggiata intorno a noi, la cultura è il miglior disinnesco delle armi che in questo momento stanno travolgendo vite umane un po’ dappertutto”.

Lo ha detto il ministro della cultura Alessandro Giuli a Siena, a margine di un convegno sul cambiamento climatico e tutela del paesaggio. “Non è il ministro della cultura che deve avere più voce in capitolo, sono il ministero della cultura e la cultura come missione che devono trovare in questo momento storico più centralità per avere più forza” ha aggiunto il ministro. “L’articolo 9 della Costituzione deve trovare piena applicazione mettendo la cultura al centro delle istanze delle istituzioni” ha detto Giuli.

“Non bisogna vivere il cambiamento climatico con rassegnazione, disperazione. Non bisogna caricare di senso fatalista quello che sta avvenendo. Il mondo è un progetto in cambiamento continuo come l’uomo e la cultura e il ministero hanno il dovere di precedere il problema oltre che prendersi cura degli effetti di ciò che accade” ha poi spiegato il ministro in vista delle celebrazioni del 25esimo anniversario della convenzione europea sul paesaggio.

“Mi piace parlare di militanza rispetto al paesaggio – ha aggiunto poi Giuli – così come l’Italia ha conosciuto una grandissima stagione di militanza rispetto all’ambiente perfino con un partito dedicati, i Verdi”. “Non è una militanza paragonabile a quella di un partito – ha precisato il ministro – ma è una militanza reale, fattiva rispetto alla necessità di non attendere che siano l’ambiente e il cambiamento climatico a determinare le nostre azioni ma che sia una forma attiva di approccio ai cambiamenti climatici e alle modificazioni del paesaggio ad orientare le nostre scelte” ha concluso.