SIENA – La svolta della Pinacoteca Nazionale di Siena iniziata nel 2022 con il riconoscimento di museo autonomo, continuata con l’insediamento del direttore Axel Hémery, le sue priorità e strategie, si qualifica con la ‘Madonna con Bambino e San Giovannino’ di Domenico Beccafumi. Questo capolavoro, opera giovanile del maestro, il cui acquisto è stato fortemente voluto dal direttore Hémery, troverà la sua migliore collocazione nella sala 27, la prima dedicata al pittore senese.

Già rinviata la presentazione per l’emergenza terremoto a Siena, finalmente il direttore Axel Hémery ha rivelato il dipinto, olio su tavola, cm 72X58, nella sua bellezza.

«La ‘Madonna con Bambino e San Giovannino’ è la prima acquisizione della Pinacoteca Nazionale di Siena dalla sua trasformazione in istituto autonomo – ha spiegato il direttore Axel Hémery alle istituzioni e ad un’importante platea  –-. Un investimento importante perché Beccafumi rappresenta uno degli artisti identitari del nostro museo, l’unico a presentarne una visione complessiva. Queste azioni sostengono una nostra mission: quella di accrescere con acquisizioni mirate e di valore, la più grande e varia collezione d’arte senese al mondo».

L’acquisto è stato sostenuto dalla mediazione di Stefano Casciu alla guida della Direzione Regionale Musei della Toscana che, dal 2014 al 2022, ha gestito la Pinacoteca senese. «L’esposizione dell’opera – ha detto Casciu – rappresenta il felice epilogo di un processo iniziato con convinzione dalla Direzione Regionale Musei della Toscana. Una scelta sostenuta da valore del dipinto e dall’ottimo rapporto con la famiglia Giusti. Questo processo dimostra che i musei italiani pubblici acquistano opere di valore con una strategia motivata dall’accertamento dei capolavori, dall’importanza dell’investimento e dalla sua giusta collocazione nella rete museale».

Essenziali le consulenze artistiche dei professori Alessandro Angelini e Alessandro Bagnoli.  L’attribuzione e gli studi sul giovane Beccafumi di Angelini, hanno sancito lo status del dipinto, tassello importante della collezione senese.

Dopo la presentazione e un’anteprima per l’Associazione Amici della Pinacoteca Nazionale di Siena, l’opera sarà visibile al pubblico dal 25 febbraio. La Pinacoteca Nazionale di Siena, strategia del direttore, perfeziona la politica promozionale e di convincimento del pubblico. Dopo la decisione di monitorare i biglietti rispetto all’offerta in progress, la dilatazione dell’orario di apertura, sabato 25 febbraio offre eccezionalmente la possibilità di accedere al museo al costo di 2 euro.

La Pinacoteca Nazionale di Siena mira, fra l’altro, ad aumentare il patrimonio artistico e il percorso espositivo con opere di valore, semmai privilegiando quelle in vendita sul mercato italiano.

L’opera di Beccafumi era stata comprata dal suo ex-proprietario oggi scomparso, il professor Giorgio Giusti, nel 1974 come dipinto di ‘Scuola senese del 500’. I sei eredi hanno proposto l’acquisto allo Stato che ha accettato.

L’importanza del dipinto

La prima presentazione scientifica del dipinto, sebbene sin dal XIX secolo sia stato attribuito al celebre pittore senese, è avvenuta in epoca moderna grazie a Fiorella Sricchia Santoro nel catalogo della mostra a Siena del 1990 dedicata all’artista. «Nell’opera, in ottimo stato di conservazione, emergono lo stile del giovane Beccafumi, le sue esperienze maturate tra Siena e Firenze prima del 1510 – ha osservato il professor Angelini -.. È altamente rappresentativa degli esordi della carriera dell’artista, già informato sui risultati più rilevanti della ‘maniera moderna’. La scena riflette, nella relazione compositiva e affettiva fra le tre figure, i contatti con la pittura di Leonardo e con quella di Raffaello negli anni trascorsi dal Sanzio a Firenze (1504-1508). È proprio a quel periodo, 1508-1510, che gli ultimi studi attribuiscono la datazione del dipinto, momento di un percorso che porterà il Beccafumi a uno stile più definito, visibile nel ‘Trittico della Trinità’, esposto nella stessa sala».

Il dipinto presenta sullo sfondo un delicato paesaggio raffigurante la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto. Emerge il temperamento visionario dell’artista: un’anticipazione del magnifico paesaggio visibile nello sfondo del dipinto ‘Le stimmate di Santa Caterina da Siena fra i Santi Benedetto e Girolamo’, con il quale dialogherà nella stessa sala del museo.

 La ‘Madonna col Bambino e San Giovannino’ è corredata da un’importante bibliografia. Le prime menzioni nella letteratura risalgono al 1856 e al 1865, quando Sir Charles Lock Eastlake e poi Otto Mündler la documentarono nella collezione Cisterna a Torino, attribuendola al Beccafumi. Giovanni Battista Cavalcasselle la commentò nella collezione Passerini di Cortona nel 1866.

L’opera è stata avvicinata al tondo ‘Madonna col Bambino e San Giovannino di Berlino’ e alle ‘Eroine Chigi Saracini’, raggruppate da Andrea De Marchi nel 1988 sotto il nome di Maestro delle Eroine Chigi Saracini. Dopo l’intervento di Fiorella Sricchia Santoro a favore di un’attribuzione di questo gruppo di opere al Beccafumi, la critica è unanime nel ritenerla uno dei primi capolavori del maestro senese.

La tavola è stata esposta alla grande mostra monografica del Beccafumi nel 1990 e più recentemente a Montepulciano all’esposizione ‘Il Buon Secolo della pittura senese’ nel 2017.

Il quadro dimostra l’interesse per l’arte fiorentina del suo tempo, da Fra Bartolomeo a Piero di Cosimo. Ma Beccafumi è molto intento ad osservare le Madonne di Raffaello senza tralasciare la leonardesca Madonna dei Fusi, che la posizione del San Giovannino sembra echeggiare. La ‘Madonna Terranova’ di Raffaello del 1505 (Berlino) può essere stata una delle fonti più importanti per questa composizione.

Nuovi documenti e studi recenti permettono di fare luce sul periodo di realizzazione del dipinto, delineando il percorso che ha portato alla realizzazione, nel 1513, del Trittico della Trinità (inv.384) esposto in questa sala, in cui compare lo stile compiuto e caratteristico di Beccafumi.

Oltre l’aspetto sereno e idilliaco della scena, il temperamento visionario del pittore emerge nello scorcio di paesaggio che anticipa l’invenzione del fondo della Santa Caterina che riceve le stimmate (1514-1515, Pinacoteca Nazionale di Siena.

Il quadro contrasta con la maggioranza delle tavole del pittore in Pinacoteca. Una spiegazione può dipendere dal fatto che il giovane artista rispettasse più i precetti di studio da giovane apprendista che non da artista indipendente.

La Pinacoteca Nazionale di Siena si conferma il museo di riferimento per Beccafumi. L’unico luogo dove si può seguire tutto l’arco della sua produzione dai dipinti ai cartoni, con l’eccezione ovviamente degli affreschi È possibile ammirare il suo genio come disegnatore nella serie dei cartoni Spannocchi per il pavimento del Duomo di Siena. Così, come lo dimostrano i piccoli quadri devozionali con la Madonna e il Bambino della tradizione senese. Mancava però il quadro che potesse mostrare l’artista agli albori di una carriera singolare, da confrontare alle opere del Sodoma, del Pacchia, del Pacchiarotti o del Genga conservate in Pinacoteca. Una lacuna oggi superata con la ‘Madonna con Bambino e San Giovannino’.

La lunga storia attributiva del dipinto, sempre apprezzato dagli storici dell’arte, rende il suo collocamento in una collezione pubblica un fatto naturale (www.pinacotecanazionale.siena.it).

 

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