«Quanto accade al personale di Polizia penitenziaria in servizio all’isola di Gorgona è impossibile da tollerare perché la percezione dei colleghi è di essere trattati peggio degli autori dei peggiori reati contro la società». Così la Fns Cisl annunciando che da ieri gli agenti si sono autoconsegnati in carcere e hanno iniziato lo sciopero della fame. «I Poliziotti penitenziari di Gorgona – dice il sindacato – hanno l’unica colpa di essere assegnati sull’unica isola-carcere del Mediterraneo. Senza servizi di alcun tipo (nessun esercizio commerciale, nessun ufficio postale, farmacia, banca, tabaccaio, alimentare) ma obbligati dall’amministrazione, adesso, a organizzarsi con un’unica corsa di collegamento in entrata la mattina (tramite motovedetta del Corpo) e un’unica uscita il pomeriggio sempre che la motovedetta non sia in avaria. Costretti (non esistendo sull’isola abitazioni private da acquistare e/o prendere in locazione) a dormire in ambienti dell’amministrazione penitenziaria che pretende per questo che paghino il consumo di acqua ed energia elettrica anche se è il ministero che li obbliga a stare lì».La Fns Cisl sottolinea anche che le autorità livornesi «hanno dichiarato non potabile l’acqua che esce dai rubinetti delle cucine della mensa, però gli agenti devono pagarne i consumi». Da qui la scelta di iniziare una forma di protesta estrema, conclude il sindacato, dopo «mesi di denunce cadute nel vuoto».

A Prato detenuti violenti e carenza di organico La situazione penitenziaria pero’ è calda anche a Prato. «Siamo costretti a convivere con topi, scarafaggi e detenuti violenti» scrivono i rappresentanti sindacali degli agenti di Polizia penitenziaria in servizio nel carcere della Dogaia, che dallo scorso 22 luglio sono in agitazione e mercoledì 26 faranno un sit-in davanti all’ingresso del carcere, in via della Montagnola. Già lo scorso 5 luglio i rappresentanti sindacali avevano chiesto un incontro urgente coi vertici regionali dell’amministrazione penitenziaria e, non essendo stati convocati, hanno diffuso un lungo elenco di lamentele. Nel documento si accusa il direttore del carcere, Vincenzo Tedeschi, di creare, sopprimere, modificare orari e carichi di lavoro a prescindere dalla contrattazione sindacale. Inoltre si denuncia una carenza di organico di circa il 30%, solo in parte attenuata dall’assegnazione di cinque unità, per tre mesi, dalla casa circondariale di Pistoia. Gli stessi sindacati rivelano che nel solo 2017 sono già state 600 le giornate di assenza della polizia penitenziaria «dovute ad aggressioni ed eventi critici posti in essere dalla popolazione detenuta della sola media sicurezza». Il reparto isolamento, aggiungono, è diventato dimora abituale per alcuni detenuti, che spesso mettono in ridicolo l’istituzione e «calpestano la dignità» degli agenti di custodia. Anche la situazione igienica, secondo i sindacati, è pessima: «Il personale è costretto a lavorare e dimorare in compagnia di topi, blatte, sporcizia di ogni genere».

 

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