Lo stabilimento Whirlpool Siena

Rientro progressivo dei lavoratori allo stabilimento Whirlpool di Siena nonostante l’invito dei sindacati a non presentarsi perché l’azienda non rientra tra le tipologie di codice ateco che hanno ottenuto il via libera dal Governo dopo l’emergenza coronavirus e perché, a richiesta di deroga inviata al Prefetto, l’azienda non ha ricevuto risposta. «Dei 120 lavoratori richiamati il 95% si è presentato regolarmente per riprendere l’attività dopo un preciso protocollo d’informazione su quelle misure di sicurezza sanitaria che abbiamo adottato seguendo le linee guida del Governo e della Regione Toscana» spiega Filippo Villa, capo del personale dello stabilimento Whirlpool di Siena evidenziando: «i lavoratori richiamati oggi sono solo quelli della ‘linea small’ per la produzione di pozzetti frigoriferi ampiamente richiesti sul mercato in questa fase di emergenza».

Silenzio assenso «Per quanto riguarda la richiesta di deroga inviata al Prefetto vale il silenzio assenso come stabilito dallo stesso decreto e come per tante altre aziende in Italia comprese i nostri competitors» sottolinea Villa che poi aggiunge: «Non dimentichiamoci che con il rientro al lavoro garantiremo ai nostri dipendenti la retribuzione di uno stipendio normale dopo solo un messe di cassa integrazione».

La replica «Abbiamo denunciato l’accaduto al prefetto chiedendo l’immediata sospensione dell’attività e attendiamo una risposta» replica Massimo Onori, segretario provinciale Fiom Cgil. «Se non ci sarà una risposta in grado di mettere fine a questo scempio, non potremo far altro che andare a verificare all’interno dell’azienda che i protocolli sulla sicurezza dei lavoratori vengano rispettati» aggiunge il sindacalista.

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