FIRENZE – Il Pd toscano ha definito il percorso che condurrà alle elezioni regionali del 2025, puntando a una nuova stagione politica con una coalizione più ampia e un programma innovativo.
Incentrato su diritti fondamentali come salute e lavoro, temi tornati al centro dell’amministrazione regionale. Lo schieramento Dem presenta la regione come un laboratorio per costruire un’alternativa di centrosinistra al governo Meloni a livello nazionale.
Per preparare la campagna elettorale, sono stati istituiti due gruppi di lavoro: uno, coordinato da Giacomo Cucini con il supporto della vicesegretaria Stefania Lio e Brenda Barnini, si occuperà di definire il programma elettorale attraverso un confronto con le realtà territoriali e le federazioni; l’altro avvierà consultazioni con i partiti potenzialmente alleati, con l’obiettivo di formare una coalizione il più ampia possibile e fare della Toscana un modello avanzato di centrosinistra in Italia.
Il governatore uscente Eugenio Giani, che gode di un consenso intorno al 72%, ha chiesto di anticipare le elezioni al 20 e 21 settembre 2025 per motivi tecnici legati a possibili allerte meteo in autunno. Il Ministero dell’Interno sembra orientato a concedere questa richiesta, confermando la sfida tra Giani, sostenuto dal centrosinistra, e Alessandro Tomasi di Fratelli d’Italia, candidato del centrodestra.
Nonostante il vantaggio nei sondaggi, la coalizione di centrosinistra deve ancora definire la composizione e affronta richieste di discontinuità da parte di alleati come Movimento 5 Stelle e Verdi, che non fanno parte della maggioranza Pd-Iv-Sce. Proprio per questo, i vertici regionali di M5S e Verdi si riuniranno a breve per decidere sul sostegno a Giani.
Nel centrodestra, la candidatura di Tomasi è in pole position, ma la Lega propone anche Elena Meini e si ipotizza una possibile corsa in solitaria di Roberto Vannacci. I sondaggi indicano comunque un netto vantaggio per Giani, proiettato verso una vittoria al primo turno.
Le elezioni regionali in Toscana si svolgeranno quindi probabilmente in autunno, con una data da definire entro metà ottobre, in coordinamento con altre regioni chiamate al voto nel 2025, come Veneto, Valle d’Aosta, Marche, Campania e Puglia.
