E alla fine tra i sindaci delle città capoluogo della Toscana si è consumato lo strappo. Infrastrutture, mobilità e trasporto pubblico locale hanno messo d’accordo i sindaci di Livorno, Lucca, Firenze, e Pisa che stamattina hanno sottoscritto un documento programmatico e definito un’agenda condivisa.

Un appuntamento per aprire una nuova fase di collaborazione che ha come “obiettivo finale” – si legge in una nota – “il miglioramento del sistema dei collegamenti di area vasta e area metropolitana fiorentina, con particolare riferimento alle infrastrutture stradali e ferroviarie, ai sistemi di trasporto rapido di massa, alle nuove connessioni di mobilità leggera e sostenibile. Per questo è emerso dalla riunione di dare vita al primo piano di mobilità sostenibile che riguardi tutta la fascia costiera e la città metropolitana”.

Una decisione, tuttavia, che per il momento sembra tagliare fuori Siena, Arezzo e Grosseto, quella Toscana del sud che rimane ferma così ferma al palo.

“La Toscana a due velocità non può reggere – si spiega nel documento – Una costa che si dibatte tra mille problematiche e una parte interna che viaggia ad alti ritmi, ci consegnano una regione zoppa, incapace di decollare rischiando uno stallo tale da penalizzare tutte le province. Non è possibile pensare alla Toscana del 2030 senza basarsi su una cooperazione decisa, che vada al di là dei “campanili”, superi contrapposizioni anacronistiche e consideri lo stare insieme e il programmare in maniera comune veri elementi di forza”.

Una Toscana a due velocità, appunto. Quella che il documento nelle sue intenzioni vorrebbe evitare ma che invece finisce per rimarcare con forza. Una regione afflitta da zoppia che continua a vivere a diverse velocità con le tre città di Siena, Arezzo e Grosseto rilegate ormai a più Alto Lazio che Toscana.

In attesa di sapere cosa ne pensano i loro colleghi De Mossi, Vivarelli Colonna e Ghinelli, stamattina a Livorno sindaci e assessori alla mobilità hanno impostato in questo primo incontro un’agenda condivisa per individuare progetti e atti concreti in grado di superare in maniera definitiva le evidenti carenze che insistono sull’asse di mobilità più importante della Regione.

 

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